L’Intelligenza Artificiale si è presa ormai la ribalta nel nostro Paese e non solo. Le parole del “padre” dell’Ia risuonano adesso come un duro monito.
Geoffrey Hinton prevede come l’uomo, a causa della sua “creatura”, rischia l’estinzione nel giro di 20-30 anni.
Lo studioso ha specificato che la sua preoccupazione, legata all’evoluzione dell’Ai, risiede nel fatto che tale tecnologia possa sfuggire al nostro controllo e ritorcersi contro proprio all’umanità. In un’intervista alla Bbc, lo scienziato ha lanciato un serio allarme per il futuro del mondo come lo conosciamo oggi.
L’uomo, Nobel per la Fisica nel 2024, viene considerato uno dei principali pionieri di questa evoluzione tecnologica che sta cambiando diversi impianti della società. Dalla medicina al giornalismo, dallo spettacolo al marketing, l’Ai ormai ci circonda con trovate sempre nuove che rischiano di inghiottirci all’interno di un vortice dal quale sarà sicuramente molto difficile uscire.
Il noto scienziato ha così fatto il punto sulla situazione, mettendo alla base alcune indicazioni da seguire per evitare che la situazione diventi più grande e complicata sfuggendoci totalmente dalle mani.
Geoffrey Hinton ha specificato che i sistemi potrebbero diventare talmente intelligenti da rappresentare una minaccia diretta per la nostra specie. No, non è un film con protagonista Bruce Willis ma la pura verità di un’evoluzione che forse già ora ci è sfuggita dalle mani.
Nell’intervista alla Bbc, lo scienziato ha specificato: “Quando ho iniziato a lavorare all’Ai, non pensavo che saremmo giunti così rapidamente al livello in cui siamo ora. L’opinione dominante degli esperti è che probabilmente nel giro di vent’anni svilupperemo un’Intelligenza artificiale superiore a quella umana. Questa è una prospettiva spaventosa”.
Parole che fanno capire come il rischio non sia poi così lontano nel tempo e che si dovrebbe porre subito rimedio. “L’opinione degli esperti è che nel giro di vent’anni svilupperemo un’Intelligenza Artificiale superiore a quella umana. Questa è una prospettiva decisamente spaventosa. L’unica cosa che può costringere quelle aziende a fare più ricerca sulla sicurezza dell’Ai è un regolamento del settore da parte del Governo”, ha concluso.
Parole che dovrebbero aprire delle riflessioni importanti, soprattutto tra chi si muove come legislatore di una situazione presa con un po’ troppa superficialità. Sebbene l’Ai mostri dei vantaggi senza dubbio da sfruttare, dobbiamo pur sempre ricordarci di non farcela sfuggire dalle mani per non diventare schiavi delle macchine e responsabile della futura, sempre più probabile, estinzione umana.