Questa mattina si è tenuta a Parigi la commemorazione per i 10 anni dall’attacco al giornale satirico Charlie Hebdo che ha sconvolto la Francia.
La cerimonia, alla quale hanno partecipato anche il presidente francese Emmanuel Macron e la sindaca di Parigi Anne Hidalgo, si è tenuta alle ore 11 e 30 in rue Nicolas-Appert, nell’undicesimo arrondissement. Dove all’epoca si trovava la redazione del giornale satirico.
Da allora, infatti, la redazione del giornale si trova in una località segreta. Pochissime persone sono a conoscenza di dove il giornale venga lavorato. Una questione di sicurezza per i redattori ed i vignettisti che non hanno mai smesso di difendere la libertà di pensiero e di espressione. E di prendere di mira chiunque. Potenti, politici, divinità e profeti di qualunque fede. Unico dogma da sempre rispettato: no all’antisemitismo.
Reporter Senza Frontiere: “Ovunque nel mondo fanatici, dittatori e potenti continuano ad attaccare i vignettisti”
Non si conosce il luogo attuale dove lavorano i redattori. Dal 1960, però, quando sono cominciate le pubblicazioni del giornale che allora si chiamava Hara-Kiri, sono cambiate diverse sedi, sempre a Parigi. Prima in rue de Turbigo, poi in boulevard Davout. Infine, in rue Nicolas-Appert, dov’è avvenuto l’attentato del 2015. “La satira ha una virtù che ci ha permesso di superare questi anni tragici: l’ottimismo. – si legge in un editoriale del direttore Laurent Sourisseau, detto Riss, sopravvissuto al massacro del 2015 – Se vuoi ridere, significa che vuoi vivere“.
L’incolumità del personale del settimanale satirico, posto sotto stretta sorveglianza della polizia, non deve essere data per scontata. Nel settembre 2020 ha avuto luogo un nuovo attacco davanti alla loro vecchia sede. Due dipendenti di una società di produzione di documentari sono stati aggrediti. Nel gennaio 2023, la redazione è stata presa di mira dagli attacchi delle autorità iraniane, che hanno esercitato pressioni sul governo francese e minacciato la redazione, dopo la pubblicazione di caricature della Guida Suprema e dei mullah.
“I vignettisti di Charlie Hebdo non hanno mai posano le matite. – ha dichiarato Thibaut Bruttin, direttore generale di Reporter Senza Frontiere (Rff) – La redazione continua la lotta universale per il diritto all’informazione. E ricorda che di fronte ai tentativi di criminalizzare la diffamazione delle religioni, le democrazie non devono fare altrettanto. È ancora necessario tutelare questi professionisti dei media e la loro libertà di informare con la forza dell’umorismo. Ovunque nel mondo fanatici, dittatori e potenti continuano ad attaccare i vignettisti“.
Il 7 gennaio 2015 due uomini armati, i fratelli di origine algerina Said e Chérif Kouachi, sono penetrati nella sede di Charlie Hebdo mentre era in corso una riunione dei giornalisti. 12 le vittime, sia cronisti sia vignettisti, e 11 i feriti. L’attentato è stato rivendicato dall’organizzazione Al-Qaeda nella penisola arabica (Aqap), che l’ha motivata come ritorsione per caricature del profeta Maometto pubblicate dal giornale.
Charlie Hebdo, l’edizione speciale: “Indistruttibile!”
Charlie Hebdo ha pubblicato un’edizione speciale per celebrare il decennale, con una vignetta in prima pagina con la didascalia “Indistruttibile!”. I fatti di quei giorni sono stati all’origine di un movimento di solidarietà e denuncia di ogni forma di terrorismo, simboleggiata dallo slogan “Je suis Charlie”. Cosa è rimasto di quei giorni in cui l’incubo dello Stato islamico era una minaccia costante e presente nella vita degli occidentali?
Lo scacchiere geopolitico internazionale è cambiato, così come il terrorismo. Negli ultimi attentati di Magdeburgo, in Germania, e di New Orleans, negli Stati Uniti, degli jihadisti c’è l’ombra e ci sono idee radicalizzate nei cosiddetti lupi solitari. Nessuna rivendicazione ufficiale. Ma Shamsud-Din Bahar Jabbar, il 42enne che ha provocato la strage di Capodanno negli Usa, aveva nel bagagliaio dell’auto la bandiera del gruppo jihadista internazionale Stato Islamico.