Giorgia Meloni, Vincenzo De Luca, Luca Zaia. Il destino dei tre politici si sta intrecciando in queste ore sul tema del terzo mandato per i governatori.
I tre godono, dati alla mano, di un ampio consenso popolare. Il presidente della giunta regionale campana De Luca, in quota Partito Democratico, sta puntando a farsi riconfermare per la terza volta. Lo stesso vorrebbe Zaia (Lega) per il Veneto.
La premier Meloni, però, non è d’accordo. Dopo averlo annunciato questa mattina, nella serata di oggi il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale per il terzo mandato votata nei mesi scorsi in Campania. Ma lo “sceriffo” De Luca non ci sta. Ha già convocato per domattina una conferenza stampa “dimenticando” di inserire l’oggetto. Con ogni probabilità risponderà nel merito alla Presidenza del Consiglio.
Il partito di Zaia invece è al governo, per cui il governatore si trova nella scomoda posizione di non avere dalla sua la forza politica che lo sostiene. Luca Zaia, insomma, potrebbe accettare suo malgrado di concludere l’esperienza da presidente del Veneto senza criticare l’operato del governo Meloni. Allo stesso tempo, però, vorrebbe un’ampia voce in capitolo per la scelta del suo candidato del centrodestra. A spendersi per la Lega, e per la causa di Zaia, nel Cdm di questa sera è stato il Ministro Roberto Calderoli.
Il titolare del Dicastero per gli Affari Regionali e le Autonomie avrebbe “rimesso al Consiglio dei ministri la decisione sulla legge della Regione Campania relativa al terzo mandato“, hanno fatto sapere fonti vicine al Carroccio. Nel Cdm, infatti, non è previsto il voto.
Terzo mandato, Meloni: “C’è un tema di metodo”
Facciamo un passo indietro. Meloni questa mattina, nel corso della conferenza stampa di inizio anno, ha sottolineato che per quanto riguarda la Campania “c’è un tema di metodo”. Gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione e approfondimenti per capire, in base all’articolo 122 della Costituzione, se la questione sia di competenza dello Stato nazionale o sia nella facoltà delle Regioni di autodeterminarsi. “La nostra conclusione – ha spiegato Meloni – è che la questione riguarda un principio fondamentale e quindi la materia è di competenza dello Stato”.
Una questione di metodo ma anche di coerenza. “Penso sarebbe incoerente, – ha continuato la premier – anche perché noi nella proposta di premierato abbiamo messo il limite di due mandati. Poi sono disponibile a parlare di armonizzare tutti gli ambiti”. C’è molta attesa, dunque, per quanto deciderà di fare (probabilmente senza mandarle a dire, come suo solito) il governatore campano domattina. Da ricordare che tra Meloni e De Luca i toni sono sempre stati molto aspri.
Uno scontro cominciato con le proteste per lo sblocco dei fondi di coesione e contro l’autonomia differenziata. Il 16 febbraio scorso a Roma De Luca, alla testa di un corteo di centinaia di sindaci, ha sfidato Meloni che lo ha rintuzzato: “Si metta a lavorare”. E lui in risposta: “Senza soldi non si lavora, st…”. Pochi mesi dopo, a maggio, nuovo show ravvicinato in occasione dell’inaugurazione di un nuovo centro sportivo a Caivano, in provincia di Napoli. “Sono quella st… della Meloni, come va?”, il saluto della premier al governatore.
La legge campana andava impugnata al massimo entro il 10 gennaio
La norma campana che autorizza il terzo mandato dell’attuale governatore (osteggiato anche dalla leader del suo stesso partito, Elly Schlein) andava impugnata al massimo entro il 10 gennaio perché la Consulta la recepisca e abbia tempo per dare un parere. Domani in mattinata sapremo di più anche sulle intenzioni di De Luca. Come già accennato, ben più moderato l’atteggiamento di Zaia, rimasto in attesa che il quadro tra Napoli e Roma si schiarisse.
“Finisco questo mandato – ha detto Zaia – e solo dopo deciderò cosa fare. Una decisione che prenderò solo dopo che tutti gli altri avranno deciso che fare e anche in funzione di quello che accadrà nei prossimi mesi”.