“Il presidente De Luca non mi sembra molto lucido. Posso comprendere il suo desiderio di continuare a svolgere il suo ruolo ma quando si è candidato sapeva che avrebbe avuto il limite dei due mandati”.
Adriano Paroli, vicepresidente dei senatori di Forza Italia, contattato da Notizie.com, difende la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale della Campania sul terzo mandato. In una conferenza stampa convocata ad hoc per rispondere al governo, Vincenzo De Luca ha dichiarato che nel caso della Regione che amministra vengono utilizzate misure differenti.
“Due mandati, dieci anni, sono davvero sufficienti per fare molte cose con i poteri che attualmente hanno le regioni. Ma allo stesso tempo nessuno vuole mortificare la vocazione politica di qualcuno. – commenta Paroli – Ben venga l’esperienza di De Luca per altri ruoli. Ha già fatto il sindaco, può fare altro. Inoltre la legge prevede che i mandati non siano consecutivi. Quindi potrebbe saltarne uno e ricandidarsi alla prossima tornata”.
De Luca non ha utilizzato mezzi termini per spiegare il suo punto di vista: “La decisione del governo è contra personam”, ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti in conferenza stampa, aggiungendo che la legge in Italia è uguale per tutti tranne che per lui. “Da sempre Forza Italia è favorevole al mantenimento dei due mandati“, un metodo che arriva da lontano. E risale al 1993 quando è stato istituto con la legge sui sindaci che prevedeva anche l’elezione diretta. Nel 1995, in occasione delle regionali, un’altra riforma ha introdotto il bipolarismo, ma non il limite dei due mandati per i governatori.
“E per questa ragione Zaia sta portando a termine il terzo mandato. Il limite è stato introdotto successivamente. De Luca avrebbe qualche ragione se il limite dei due mandati fosse stato posto adesso, ma non è così. Esiste da tempo, anche quando si è candidato c’era”. Ma per quale ragione la maggioranza (tranne la Lega) non intende aumentare il limite? “Il presidente di Regione forma la giunta e può tenere in pugno la propria maggioranza mandando a casa tutto il Consiglio regionale. Sono poteri enormi che necessitano di un contrappeso. Ecco perché il limite dei due mandati. Dieci anni bastano a non veder cristallizzato un potere personale che crea consenso”.
Secondo il presidente De Luca, non è il limite dei due mandati che condiziona il processo democratico. “Chi governava prima di me è stato sconfitto dopo un mandato. Tre mesi fa in Umbria, la collega Donatella Tesei è stata sconfitta dopo un solo mandato. Sono i cittadini che decidono liberamente se un’azione di governo meriti consenso oppure no”.
“Certo che scelgono gli elettori”, commenta Paroli a Notizie.com. “Ma deve esserci un momento in cui azzerare e ripartire con un nuovo governo regionale“. In alternativa, per superare il limite delle due presidenze andrebbe rivisto tutto il sistema: “Non si può semplicemente introdurre il terzo mandato. Prima vanno rivisti i poteri del presidente, e fare in modo che non abbia l’autonomia in alcune decisioni. Il Consiglio regionale dovrebbe poter ricorrere alla sfiducia costruttiva e cambiare governatore senza sciogliersi”.
Da un lato c’è la maggioranza che intende “preservare la democrazia”. Dall’altro c’è De Luca. “Le sue dichiarazioni in alcuni accenti fanno anche sorridere. Non ho capito per quale ragione senta che questo provvedimento sia contro di lui“, dichiara ancora Paroli. “Esiste da anni. È stato introdotto successivamente, ma ha visto tutti d’accordo e oggi si chiede soltanto di rispettare queste decisioni. Quando è stato eletto, De Luca sapeva di aver il limite del doppio mandato”.
L’unico partito di maggioranza che strizza l’occhio al terzo mandato è la Lega. Anche il governatore del Veneto Luca Zaia infatti, alla scadenza di questo mandato dovrà lasciare la poltrona. E anche lui ha espresso il desiderio di ricandidarsi. “Ma le posizioni di Zaia e De Luca sono differenti. Per entrambi i presidenti vale il fatto che quando si svolge una funzione da tempo ci si affeziona. In buona fede e con le migliori intenzioni magari si pensa di poter fare meglio e di più di chi arriva ex novo”.
Paroli ha continuato: “Ma Luca Zaia ha espresso un’opinione. Secondo lui si dovrebbe sottoporre al corpo elettorale il presidente di Regione. E non condizionarlo al limite dei due mandati. Invece De Luca sta facendo atti illegittimi, per quanto si possano chiamare leggi regionali, che cercano di saltare un ostacolo e superare la legge nazionale. All’inizio credevo che la sua fosse una provocazione. Invece sta continuando. Gli atti illegittimi vanno annullati, non si può pensare di scherzare. Anche la segretaria del suo partito, Elly Schlein, la pensa allo stesso modo. Si tratta delle regole della democrazia. E vengono prima delle persone”.
La questione Zaia rischia di diventare argomento di scontro in maggioranza: “La Lega ha sollevato la propria posizione. A titolo personale credo che l’abbia fatto in solidarietà al governatore veneto. Ma esistono delle condizioni, quindi ci si ferma. Ci confronteremo, la Lega farà il proprio lavoro. Il tema del terzo mandato non era nel programma elettorale – dichiara ancora Paroli – Il governo ha ben chiara la propria mission”.
Ma chi sceglierà i candidati di centrodestra alle regionali? “Ogni partito presenterà un nome. Forza Italia ha proposto Fulvio Martusciello in Campania e Flavio Tosi in Veneto. Sul tavolo ci sarà anche il dimensionamento di ogni partito. La prima forza di maggioranza è Fratelli d’Italia, la seconda Forza Italia, poi c’è la Lega. Siamo consapevoli che FdI ha maggior consenso in tutta Italia e che va dato spazio agli alleati. In Veneto può esserci un candidato della Lega. Ma mi metto nei panni di Fratelli d’Italia. Se dovesse insistere sul Veneto, Salvini non potrebbe avere anche la Lombardia. Sono sicuro che si troverà un accordo sulla base del consenso dei candidati e sulla loro capacità amministrativa. Ogni forza metterà a disposizione i suoi, poi valuteremo insieme”.