“La Nato è uno strumento di pace e non di guerra. Lavora sulla deterrenza e sulla diplomazia. La nostra difesa europea deve significare non solo armamenti ma relazioni internazionali, commerciali e diplomazia”.
A parlare è Salvatore de Meo (Ppe – Forza Italia), capo delegazione del Parlamento europeo presso l’Assemblea parlamentare della Nato. Nel pomeriggio di lunedì 13 gennaio gli europarlamentari incontreranno il segretario generale della Nato Mark Rutte.
Si tratta della prima visita ufficiale a Bruxelles per Rutte da quando ha assunto l’incarico il 1 ottobre 2024. A dialogare con il capo dell’Alleanza atlantica saranno i deputati delle Commissioni Affari esteri e Sicurezza e difesa. Quest’ultima Commissione ha goduto di un upgrade, poiché fino alla scorsa consiliatura era una sottocommissione. “Ciò conferma – ha spiegato de Meo in esclusiva per Notizie.com – la volontà dell’Ue di costruire una politica di difesa che va di pari passo con quella estera”.
Sul tavolo ci sarà la guerra di aggressione in corso della Russia contro l’Ucraina, l’insediamento del presidente eletto Donald Trump. Tra gli argomenti anche gli sforzi per rafforzare la difesa e la deterrenza della Nato, nonché la fornitura di assistenza militare all’Ucraina. Gli eurodeputati chiederanno anche informazioni su altre minacce alla sicurezza regionale e globale che richiedono una stretta cooperazione tra Ue e Nato, come lo scenario in Medio Oriente ed in Siria.
Salvatore de Meo in esclusiva per Notizie.com: “La politica estera è fatta spesso di elementi invisibili che non sempre possono essere raccontati”
“Le due istituzioni – ha continuato il capo delegazione – devono lavorare in maniera rafforzata ed integrata, non in contrapposizione. La nostra delegazione è uno strumento importante. Nell’Ue ci sono 23 Stati che aderiscono alla Nato e l’Europarlamento può essere uno strumento di dialogo fondamentale per sensibilizzare tutti nel costruire una politica di difesa. Questa va realizzata superando la semplificazione della narrativa nazionale sugli armamenti. Difesa significa anche relazioni internazionali, commerciali e diplomazia. La liberazione della giornalista Cecilia Sala ha confermato quanto sia stato importante costruire negli anni solide relazioni internazionali”.
Sul caso del rilascio della reporter rimasta nel carcere di Evin, a Teheran in Iran, per 21 giorni, al momento sono state fatte diverse ipotesi. Tra di esse, il fatto che l’Italia abbia inserito nell’accordo per la liberazione di Sala la mancata estradizione verso gli Stati Uniti dell’imprenditore 38enne iraniano Mohammad Abedini, arrestato a Malpensa dalla Digos su richiesta degli Usa. “La politica estera è fatta spesso di elementi invisibili che non sempre possono essere raccontati. – ha commentato de Meo – Bisogna saper accettare questa dimensione tra ciò che è visibile e ciò che non lo può essere. Qui sta la grande capacità di comprendere la politica estera come uno strumento che va costruito a più mani, aprendo dialoghi su diversi fronti, anche con chi non si è mai pensato di aprire alcunché”.
Il 1 dicembre scorso il lituano Andrius Kubilius ha assunto il ruolo di primo Commissario europeo per la difesa e lo spazio. Kubilius sta ora elaborando un libro bianco sul futuro della difesa. “Come difesa europea siano nella parte iniziale. – ha affermato l’eurodeputato del Ppe de Meo – Stiamo lavorando ad un paper con tutti gli elementi propedeutici per la base di partenza. Non si può negare che c’è ancora una certa resistenza da parte di alcuni che credono che la difesa debba essere solo una competenza nazionale”.
“Non intendiamo annullare le difese nazionali. – ha spiegato de Meo – Ma pensiamo ad armonizzare e ad potenziare le singole difese. Il concetto è: insieme abbiamo una capacità di gran lunga superiore rispetto al singolo. È su questo che insisteremo, anche nello spiegare la nostra posizione. Parallelamente alla Nato si possono creare strumenti, dispositivi e relazioni che vadano a potenziare ulteriormente la nostra capacità difensiva”.
La Nato ha fissato come obiettivo, per i Paesi che aderiscono all’Alleanza, l’investimento del 2% del Pil in spese militari. L’Italia, che quest’anno ha raggiunto l’1,5%, è tra gli Stati rimasti indietro. Trump ha avvertito che, qualora la soglia non venisse raggiunta in breve tempo, gli Stati Uniti potrebbero lasciare la Nato.
“Confrontarci con la Nato sui contenuti, senza subire scelte o essere spettatori passivi”
“Bisogna cominciare il percorso virtuoso. – ha concluso Salvatore de Meo – Ma non possiamo imporlo né farlo diventare una violenza. Rischiamo di perdere di vista l’obiettivo reale. Pretendere investimenti maggiori sugli armamenti va a distorcere il concetto stesso di difesa. Che è un concetto articolato e complesso e che comprende anche gli armamenti. Ecco perché il Parlamento europeo può diventare uno strumento di aggregazione e di sensibilizzazione e consapevolezza”.
“L’obiettivo è superare il 2%, non deve dircelo Trump. Le elezioni americane hanno rappresentato un’ulteriore sveglia per tutti per metterci tutti difronte alle nostre responsabilità, senza delegare ad altri. All’interno della Nato ci dobbiamo essere convintamente in una condizione di pari dignità. È sui contenuti che dobbiamo confrontarci, senza subire scelte o essere spettatori passivi. Difesa significa economia, welfare, benessere per tutti”.