Gibellina è stata nominata Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026: una scelta che arriva attraverso una motivazione in grado di rendere orgogliosi i suoi abitanti.
Arriva la delibera da parte del Consiglio dei ministri dopo la proposta da parte del ministro della Cultura Andrea Giuli.
La giuria, riunitasi lo scorso primo ottobre, aveva concordato la volontà di proporre la città per diverse motivazioni. Si parte dal valore rappresentativo di una realtà artistica che è divenuta il simbolo di quella che è una rinascita attraverso l’arte, per poi passare alla capacità progettuale di andare a riattivare un patrimonio di opere in grado di coniugare memoria e futuro.
La città vanta anche la forza di coinvolgere le nuove generazioni andando a interpellare una consapevolezza comune dal punto di vista civico, facendo collaborare istituzioni pubbliche e private. Inoltre Gibellina si rende pioniera di rigenerazione urbana per le capacità di essere una città-opera e da abitare.
Ora però scopriamo qualcosa in più di questa città che diventa meta turistica tra le più desiderate e che di fatto va riscoperta in un panorama pieno di meraviglie come quello del nostro paese.
Gibellina, nominata Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026 si trova in Sicilia nella provincia di Trapani ed è un comune di appena 3670 abitanti con un’estensione di oltre 46 chilometri quadrati. Sorge su 233 metri sul livello del mare ed è la prima città italiana a vivere la soddisfazione di questo titolo.
Il comune fu di fatto spazzato via nel 1968 dopo il terremoto del Belice, un sito che dista circa 11 km in linea d’aria. Negli anni ottanta l’artista contemporaneo Alberto Burri l’ha trasformata nel Cretto di Burri, una gigantesca opera di land art riconoscibile anche a distanza. Opera che nel 2015 ha subito un ulteriore restyling che l’ha resa ancora più moderna.
Arte che si respira in ogni parte di Gibellina a partire dal MAC, Museo di Arte contemporanea dove si può vivere un itinerario storico-cronologico per andare ad apprezzare l’arte del Novecento in ogni aspetto. Non possiamo dimenticare poi le Case Di Stefano, Museo delle Trame Mediterranee, dove il noto Barone che gli da il nome aveva voluto nel 195 uno spazio culturale pieno di storia contemporanea.
La Chiesa Sferica di Ludovico Quaroni, il Sistema delle cinque piazze collegate di Laura Thermes e Franco Purini, il Giardino Segreto di Francesco Venezia dove troviamo la facciata della cattedrale terremotata, il Meeting e il Municipio sono altre opere che non potete farvi scappare quando vi troverete in questo splendido scenario di cultura.