La situazione nella Striscia di Gaza continua a essere molto complicata, con un assedio all’ultimo ospedale della zona e fuori dal nosocomio la situazione è anche peggiore.
La guerra passa anche da queste situazioni, con il conflitto tra israeliani e palestinesi che si inasprisce giorno dopo giorno sempre di più.
L’ospedale Al-Awda si trova nel nord della striscia ed è sotto assedio con il personale in difficoltà anche a causa del taglio dei rifornimenti e degli aiuti. Si tratta dell’unico della zona e al suo interno si trovano 75mila persone, nemmeno ActionAid, che è partner, sta riuscendo a dare un sostegno al momento.
All’associazione ha parlato il dottor Mohammad Salha, direttore ad interim dell’ospedale, che ha specificato: “La situazione fuori dall’ospedale è molto pericolosa per ora. Le forze di occupazione israeliane stanno bruciando case, sparando a caso contro l’ospedale e nei dintorni oltre a lanciarci bombe nel cortile. Nessuno può uscire da qui perché le forze di occupazione stanno prendendo di mira tutto ciò che si muove”.
Una situazione che al momento sembra essere davvero molto lontana da una possibile soluzione.
Assedio a ospedale sulla Striscia di Gasa
“Nessuna delle forniture mediche o del carburante necessarie sono arrivate. Fino a questo momento, le forze di occupazione hanno impedito ingresso di cibo, medicinali e gasolio”, così parla il dottor Salah dell‘ospedale di Al-Awda unico ancora funzionante nella Striscia di Gaza.
Questi aggiunge: “Speriamo che questa operazione di terra finisca velocemente e permetta all’Organizzazione Mondiale della Sanità e ai nostri partner di portare i beni necessari per far funzionare l’ospedale al meglio e anche assicurare le cure alle persone che ne hanno necessità”.
ActionAid, intanto, ha richiesto aiuto alle autorità israeliane per porre fine, da subito, al bloccodegliaiuti, del carburante e delle forniture essenziali per far funzionare correttamente l’ospedale.
La situazione è drammatica anche per quanto riguarda l’ospedale Nasser dove l’elettricità è stata interrotta lasciando i pazienti senza cure salvavita. Sotto cura ci sono 3 bambini e 4 neonati con ventilazione meccanica oltre 15 neonati all’interno dell’incubatrice che dipendono dall’elettricità fornita dai generatori. Una situazione che potrebbe presto degenerare e portare a condizioni davvero tragiche.
Gli aiuti umanitari continuano a scarseggiare e la speranza è che qualcuno possa intervenire per cercare di sistemare tutto e così permettere agli ammalati di essere curati nella maniera corretta. Le sensazioni non sono comunque positive.