“Basta che non faccia male. E poi ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero”.
Parlava così Oliviero Toscani nel corso di un’intervista il 28 agosto scorso. Lui stesso aveva parlato della malattia incurabile che lo aveva colpito: l’amiloidosi. Una patologia multisistemica che compromette la funzionalità di vari organi vitali.
L’amiloidosi lo ha portato via in queste ore all’età di 82 anni. Nato a Milano il 28 febbraio del 1942, suo padre Fedele Toscani è stato uno dei fotoreporter storici del Corriere della Sera. A 14 anni Oliviero ha pubblicato la sua prima foto sul Corriere riguardante la tumulazione di Benito Mussolini a Predappio. Diplomato in fotografia alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, ha cominciato a lavorare da subito nella pubblicità.
Ateo, ha vissuto dagli anni ’70 a Casale Marittimo, in provincia di Pisa, in una tenuta dove allevava cavalli e produceva vino e olio. Ha avuto tre mogli e sei figli e lavorato per le riviste come Elle, Vogue, Gq, Harper’s Bazaar, Esquire, Stern, l’Uomo Vogue e Donna. Ha realizzato foto per le campagne di alcuni tra i più importanti marchi di moda come Valentino, Chanel, Fiorucci, Esprit e Prenatal. La grande novità dell’approccio di Oliviero Toscani alla fotografia consisteva nell’inserire forti problematiche sociali nelle pagine patinate della pubblicità.
Su questo presupposto nel 1982 è iniziato il rapporto con l’azienda Benetton. Toscani ha curato lo scatto e il concept delle campagne pubblicitarie con temi come l’uguaglianza razziale, la mafia, la lotta all’omofobia, il contrasto al diffondersi dell’Aids, la pace, l’abolizione della pena di morte vengono. La moda, insomma, come pretesto per promuovere campagne di sensibilizzazione sociale.
La collaborazione con Benetton è durata fino al 2000, a seguito di una controversa campagna che utilizzava foto reali di condannati a morte negli Stati Uniti. Nel 2007 ha realizzato per il marchio Nolita una campagna choc contro l’anoressia nervosa fotografando la modella e attrice francese Isabelle Caro, malata di anoressia, del peso di 31 chili per 1,64 m di altezza.
La campagna ha diviso pubblico e critici. La modella è poi morta il 17 novembre 2010. Nel 2007 l’agenzia Saatchi & Saatchi ha premiato Oliviero Toscani come Creative Hero. Lo stesso anno Toscani ha inaugurato il progetto Razza Umana, una ricognizione fotografica sulle diverse morfologie e condizioni umane. L’obiettivo era censire tutte le espressioni e le caratteristiche somatiche, sociali e culturali del genere umano, iniziando da più di 100 Comuni italiani, lo Stato di Israele, la Palestina e il Guatemala.
Dal 2018 al 2020 Toscani ha lavorato nuovamente per Benetton, curando le campagne fotografiche dell’azienda e tornando a ricoprire il ruolo di direttore artistico di Fabrica, lanciando in questo contesto il progetto Fabrica Circus, che prevedeva la creazione di una fucina di artisti rinascimentali dove la creazione non ha limiti o etichette. In questo periodo, attraverso una campagna fotografata all’interno di una scuola del quartiere Giambellino di Milano, ha raffigurato 28 bambini di 13 nazionalità diverse.
Toscani ha terminato definitivamente il suo rapporto con l’azienda nel luglio del 2020, venendone licenziato in seguito alle sue dichiarazioni sul crollo del Ponte Morandi. Durante una trasmissione radiofonica ha detto: “Ma a chi interessa che caschi un ponte. Smettiamola“, parlando delle polemiche scatenate dalla fotografia che ritraeva Luciano Benetton insieme ai fondatori delle Sardine al centro culturale fondato dai Benetton e Toscani.
La frase ha scatenato reazioni indignate a tutti i livelli, da vari esponenti politici e dai parenti delle vittime, tanto che poi lo stesso Toscani si è scusato: “Sono distrutto umanamente. Si prende una frase estrapolata da qualcuno per il suo programma un po’ scandalistico, con questa comunicazione moderna che cerca il sensazionalismo. Non era quella l’intenzione“. Presidente onorario di Nessuno tocchi Caino, Toscani è stato candidato per la Camera dei deputati nelle file Radicali nel 1996 per la Lista Marco Pannella e nuovamente nel 2006 per la Rosa nel Pugno.
Toscani è stato più volte criticato per i metodi pubblicitari di shockvertising, ed è stato citato in giudizio più di una volta. Negli anni ’90, la Corte Federale di Francoforte ha sentenziato che la sua rappresentazione fotografica delle disgrazie e delle svariate forme di miseria presenti al mondo è mirata a destare nel pubblico un sentimento di solidarietà nei confronti dell’impresa committente, la Benetton.