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Politica

Commissione Covid, pronta a scoppiare la mascheropoli: “Pagato un miliardo per dispositivi non idonei”. Arcuri: “Nessuna spy story”

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Francesco Ferrigno

Procedure di emergenza, mascherine, ordini, acquisti, fornitori ed una struttura straordinaria per coordinare tutto questo: nuova svolta nei lavori della Commissione Covid del Parlamento.

Commissione Covid, pronta a scoppiare la mascheropoli: “Pagato un miliardo per dispositivi non idonei”. Arcuri: “Nessuna spy story” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Ciò che sta emergendo in queste ore ha portato alcuni membri della maggioranza a parlare di “una vera e propria mascheropoli”. Un giorno cruciale per le audizioni. Da un lato Dario Bianchi, fondatore e amministratore di Jc-Electronics Italia srl. Dall’altro Domenico Arcuri, già commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19.

Facciamo ordine. Oggi, a partire dalle 8 e 15 presso l’aula al IV piano di palazzo San Macuto a Roma, si è riunita la Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus Sars-Cov-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica. La Commissione è presieduta dal senatore Marco Lisei (Fratelli d’Italia).

L’azienda di Bianchi dovrà essere risarcita per oltre 200 milioni di euro

A prendere la parola per primo è stato Bianchi. La sua azienda dovrà essere risarcita per oltre 203 milioni di euro per la revoca di un contratto stipulato dallo Stato italiano attinente la fornitura di mascherine. “Abbiamo subito 28 controlli – ha spiegato l’amministratore di Jc-Electronics Italia srl – che hanno investito tutte le persone che hanno lavorato in una condizione difficilissima. E sono andati tutti in una direzione positiva”.

Stando alla ricostruzione di Bianchi il contratto, ricevuto dalla Protezione civile il 18 marzo 2020, prevedeva la consegna di un minimo di 10 milioni di mascherine fino ad un numero indefinito. Il documento è stato sottoscritto cinque giorni dopo, il 23 marzo, ed è andato avanti senza intoppi fino al 15 aprile. In quella data la struttura di Arcuri avrebbe fatto un ordine al consorzio cinese Wenzhou e Luokai al prezzo di 2,20 euro per mascherina.

Il prezzo offerto da Jc-Electronics era simile: 2,16 euro. Sono state quindi ordinate 100 milioni di mascherine alla società di Bianchi. L’11 maggio l’azienda ha comunicato alla struttura di avere a disposizione altri 17 milioni mascherine. La cui validità sarebbe stata approvata da Inail e Stati Uniti. Senza ottenere risposta. Il 26 giugno sono cominciate le contestazioni per due lotti non conformi secondo il Comitato tecnico scientifico (Cts).

Secondo Bianchi non solo non sarebbe mai giunta a supporto della contestazione la documentazione del Cts. Pochi giorni dopo è anche scattato il sequestro delle mascherine. Contemporaneamente erano arrivate in Italia centinaia di milioni di mascherine dalla Cina “da Arcuri che sapeva fin dal principio che non erano conformi, certificate da un laboratorio Ecm di Reggio Emilia”.

La struttura commissariale ha ordinato 9 miliardi di mascherine

Ho letto il fascicolo dell’Inail riguardo al report ufficiale che hanno emesso nel dicembre 2022 sulle morti da Covid negli ospedali. Sono rimasto stupito. – ha dichiarato Bianchi alla Commissione – Ho rilevato che la maggior parte delle situazioni che hanno portato a decessi sono proprio quelle in ambito sanitario. Pensavo che i medici fossero adeguatamente protetti”.

Poche ore dopo è stato il turno proprio di Arcuri. Quest’ultimo ha fatto sapere di stare valutando “se ci sono le condizioni per essere costretti a tutelare la mia persona e l’operato della struttura commissariale e quella stagione”. Stando alla ricostruzione dell’ex commissario, i produttori cinesi avrebbero fornito in totale 800 milioni di dispositivi, il 7,6% del totale acquistato. Dunque non si sarebbe configurato alcun monopolio, anzi.

Arcuri ha spiegato che dal 20 marzo al 30 luglio 2020 la struttura commissariale ha sottoscritto contratti con 40 aziende, 34 italiane, per 9 miliardi di mascherine. “I cittadini che svolgono un incarico pubblico devono onorarlo. – ha concluso l’ex commissario per l’emergenza Covid – E non partecipare a bagarre mediatiche che purtroppo nel mio caso si sono verificate. Sono fiero di aver ricoperto l’incarico di commissario ed è mio dovere essere audito oggi“.

Bagarre politica sulle ultime audizioni. Il M5s: “Teorie complottiste”

Le audizioni hanno già scatenato numerose polemiche politiche. “In Commissione Covid sta emergendo una vera e propria mascheropoli. – ha commentato Lucio Malan, componente della Commissione Covid – Gli italiani hanno pagato mascherine per un miliardo e 200 milioni non idonee. E comunque il quadruplo del normale. Nel frattempo Arcuri e l’Agenzia per le dogane bloccavano le mascherine idonee”.

Bagarre politica sulle ultime audizioni. Il M5s: “Teorie complottiste” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Per i parlamentari del Movimento 5 Stelle (nel 2020 al governo con il premier Giuseppe Conte), invece, si sarebbe trattato dell’ennesimo capitolo di un “grande circo”. “Dopo la sfilata di no vax e gli attacchi a medici e infermieri, – si legge in una nota – oggi è stato offerto il palcoscenico a un imprenditore privato che peraltro è in causa con la Presidenza del Consiglio. A procedimento in corso, gli si è permesso di diffondere teorie complottiste. E di sferrare attacchi dal profilo diffamatorio senza fornire alcuna prova in merito”.

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Francesco Ferrigno