Sicurezza, corruzione, gestione Covid, giustizia, migrazioni. Sono solo alcuni dei temi che vedranno l’Italia sotto l’esame delle Nazioni Unite.
Si tratta di un check periodico universale da parte dell’Onu sulla situazione dei diritti umani. Il gruppo di lavoro (Universal Periodic Review, Upr) si riunirà a Ginevra, in Svizzera, lunedì 20 gennaio.
A rappresentare il nostro Paese ci sarà una delegazione guidata da Giorgio Silli, sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Il primo, secondo e terzo esame dell’Italia hanno avuto luogo rispettivamente a febbraio 2010, ottobre 2014 e novembre 2019. Oltre al Bel Paese altri 13 stati saranno passati in rassegna dagli esperti delle Nazioni Unite.
L’esame arriva circa due mesi dopo la diffusione da parte dell’Ecri, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa, di un rapporto. Tra le pagine del dossier si parla di una presunta profilazione razziale operata delle forze dell’ordine italiane. Ancora prima, a maggio, la stessa Onu attraverso il suo Meccanismo indipendente internazionale delle Nazioni Unite per promuovere la giustizia razziale e l’uguaglianza aveva rilevato le medesime problematiche.
In un dossier che Notizie.com è riuscito a visionare è scritto che “In Italia, il Meccanismo ha scoperto che i pregiudizi verso gli africani e le persone di discendenza africana hanno contribuito alla profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine. E alla loro rappresentazione sproporzionata all’interno del sistema di giustizia penale italiano”. Con ogni probabilità i due rapporti finiranno sul tavolo di discussione lunedì prossimo.
Tra i documenti che verranno presi in considerazione, infatti, anche le “informazioni contenute nei rapporti di esperti e gruppi indipendenti nell’ambito dei diritti umani” e “informazioni fornite da altre parti interessate, tra cui istituzioni nazionali per i diritti umani, organizzazioni regionali e gruppi della società civile”. Il gruppo di lavoro è composto dai 47 Stati membri del Consiglio per i diritti umani. Ma ciascuno dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite può partecipare a un esame nazionale.
“Durante il quarto ciclo dell’Esame periodico universale, – hanno fatto sapere dall’Onu – gli Stati saranno nuovamente chiamati a dettagliare le azioni intraprese al fine di attuare le raccomandazioni formulate, alle quali si sono impegnati a dare seguito, e mettere in evidenza i recenti sviluppi in materia di diritti umani”. I tre rappresentanti nazionali che fungeranno da relatori per la revisione dell’Italia sono Repubblica Democratica del Congo, Macedonia del Nord e Svizzera.