Arriva il via libera della Camera alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. I voti a favore sono stati 174, a fronte dei 92 contrari e dei 5 astenuti.
Assieme alla maggioranza di governo, hanno votato a favore della riforma Azione e Più Europa. Italia Viva si è invece astenuta. Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Avs hanno votato contro. Ora il ddl passa all’esame del Senato per la seconda delle quattro letture. Iter previsto per le leggi di modifica della Costituzione.
Soddisfatto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio che parla di “giornata storica”. Il Guardasigilli spiega che “spingo da trent’anni” in questa direzione, realizzando “il sogno di Berlusconi ma anche quello di Vassalli e il mio”. Ora si attende il via libera definitivo: “Spero che avvenga entro l’estate”, continua Nordio. “La solidità della maggioranza lascia presumere che non ci saranno intoppi“.
Il titolare al dicastero della Giustizia si è soffermato anche sulla questione del registro degli indagati, definendolo “un istituto fallito“. Secondo Nordio, infatti, l’informazione di garanzia si è trasformato in una sorta di condanna anticipata per colui che riceve l’avviso. Puntando perciò il dito contro la gogna mediatica che si scatenerebbe dopo che una persona lo ha ricevuto. “Una compromissione per cariche in corso o elettive“, prosegue il Guardasigilli. Che ha così integrato il suo intervento durante il question time al Senato.
Il Guardasigilli, continuando a commentare il primo via libera alla Camera, dice di aver “trovato del tutto fuori luogo le insinuazioni che si trattasse di una riforma punitiva per la magistratura”. Il ministro ha così fatto riferimento agli ordinamenti dei Paesi di Common Law, dove la separazione delle carriere dei magistrati già vige: “Come si fa a dire che la separazione è un vulnus alla democrazia quando nei paesi dove la democrazia è nata le carriere sono separate?”.
Sulle posizioni opposte è l’Anm, che parla di “preoccupazione” per una riforma che, a dire dei giudici, “mette a rischio l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”. “Una riforma sbagliata che non migliora il servizio di giustizia ma che agisce solamente sulla magistratura e toglie garanzie a tutti i cittadini italiani – continua l’Anm nella sua nota – La separazione delle carriere determina l’isolamento del pm e ne mortifica la funzione di garanzia”.
Sul fronte politico, c’è da registrare l’astensione al voto di Italia Viva. Partito che, però, si dice disposto a un’apertura per bocca del leader Matteo Renzi: “Sarà interessantissimo metterla alla prova sulla separazione delle carriere – afferma Renzi durante il question time dopo la risposta alla sua interrogazione da parte del ministro Nordio – perché noi siamo disponibili dal principio e abbiamo chiesto che questo Parlamento discuta e possa anche modificare ciò che il Governo ha portato in Aula. Vedremo se considerate il Parlamento un’assemblea legislativa o se lo considererete un timbrificio, perché anche tanti colleghi della maggioranza vorrebbero discutere di questo”.
Magistratura Democratica invita, invece, a una protesta fortemente simbolica durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, in programma il 25 gennaio. “i magistrati, con toga indosso e copia della Costituzione alla mano, abbandonino l’aula in forma composta nel momento in cui il rappresentante del ministro prenderà la parola”. È quanto si legge nella nota diramata, sottolineando che la protesta vuole essere una “reazione davvero all’altezza delle aggressioni che, contro la Costituzione e i diritti dei cittadini, si vogliono portare con la riforma”.