“Dal nostro ingresso nella Striscia di Gaza abbiamo visto un aggravarsi giornaliero della situazione umanitaria, in particolare per l’accesso alle cure”.
A raccontare queste ore direttamente dalla Striscia di Gaza, in esclusiva per Notizie.com, è Eleonora Colpo, infermiera di Emergency. Nelle scorse ore è stata ufficializzata la tregua grazie ad un accordo tra Israele ed Hamas.
“L’annuncio del cessate il fuoco sembra ormai ufficiale – ha detto Colpo – sia da quello che apprendiamo dai media sia da ciò che sentiamo in strada. Si sentono voci e spari, rumori di festeggiamenti”. L’accordo, annunciato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, entrerà in vigore da domenica. Da quel momento termineranno i combattimenti che hanno insanguinato Gaza subito dopo gli attacchi di Hamas contro lo Stato ebraico del 7 ottobre 2023.
“L’arrivo dell’inverno ha aggravato condizioni sociosanitarie già molto compromesse. Mettendo a rischio la vita delle persone che vivono in alloggi di fortuna. – ha continuato l’infermiera di Emergency – Alle difficoltà di accesso alle cure si aggiungono anche quelle di reperire beni di prima necessità. Provare a portare aiuti umanitari nella Striscia rimane un grandissimo problema”.
L’accordo tra Israele e Hamas è basato soprattutto sul rilascio degli ostaggi. Nella prima fase della tregua saranno rilasciate 33 persone rapite. Le condizioni di Tel Aviv sono chiare: tutti devono essere vivi. Già domenica dovrebbero tornare a casa Shiri e i suoi due figli Kfir e Ariel Bibas. Non è chiaro, però, se mamma e piccoli siano ancora in vita. Lo scorso anno Hamas ne aveva annunciato il decesso durante i bombardamenti dell’Idf, l’esercito israeliano.
“La popolazione civile è la prima vittima della guerra e ne subisce tutti gli effetti. – ha concluso Eleonora Colpo – Abbiamo chiesto più volte il cessate il fuoco ma questo non significa la fine delle sofferenze. La tragedia sociale e umana continua e la ricostruzione di una semi normalità sarà un percorso lungo e difficile”.
Secondo Save the Children, inoltre, la pausa del conflitto arriva troppo tardi: quasi 18mila minori sono stati uccisi. L’organizzazione ha invitato la comunità internazionale a garantire che le atrocità che i bambini palestinesi hanno subito negli ultimi 15 mesi non si ripetano mai più. L’urgenza ora è quella di fornire riparo, cibo e forniture mediche a centinaia di migliaia di bambini a Gaza che hanno perso le loro case e i loro cari e lottano quotidianamente per sopravvivere.
“Per 15 mesi, circa un milione di bambini a Gaza ha vissuto in un incubo ad occhi aperti con costanti perdite, traumi e rischi per la propria vita. – ha dichiarato Inger Ashing, direttrice generale di Save the Children International – L’attuazione di questa pausa porterà loro un sollievo vitale dalle bombe e dai proiettili che li hanno perseguitati per più di un anno. Ma non è sufficiente”.