Quasi 200 attacchi hacker in meno di 48 ore. Nel mirino, stavolta del gruppo italiano di Anonymous, i siti web di trasporti russi.
Il collettivo hacker Anonymous Italia ha preso di mira siti web di autobus e treni nel corso di due attacchi, denominati “La dis-carica dei 101” e “La s-carica bis”, rivendicati sul proprio canale Telegram.
Nel primo caso 101 biglietterie online per l’acquisto di ticket per gli autobus sono state messe fuori uso. Nel secondo 84 siti web delle ferrovie russe per l’acquisto di biglietti online sono stati violati da Anonymous. I pirati informatici italiani avrebbero agito “in risposta agli attacchi degli hackerini di Vladimir Putin alle infrastrutture italiane avvenuti recentemente”. Il riferimento è a quanto avvenuto l’11 ed il 12 gennaio scorso.
In quei giorni, infatti, due cyber-attacchi congiunti hanno preso di mira in queste ore numerosi portali di istituzioni e società. A rivendicare gli attacchi sui rispettivi canali Telegram sono stati il già noto collettivo filorusso NoName057 ed i filopalestinesi di Alixsec. Gli hacker, tra gli altri, avevano messo fuori uso i siti web dei Ministeri di Esteri e Infrastrutture e Trasporti, Consob, Carabinieri, Marina, Aeronautica. E poi aziende del trasporto pubblico locale come l’Atac di Roma, l’Amat di Palermo, l’Amt di Genova.
NoName057 aveva parlato, nella rivendicazione, dell’incontro tra la premier Giorgia Meloni ed il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dell’impegno dell’Italia in difesa dell’Ucraina. “L’Italia aiuterà l’Ucraina a proteggere i suoi interessi e a raggiungere una pace giusta e a lungo termine. – avevano scritto i criminali informatici – I colloqui sono durati circa un’ora. Hanno avuto lo scopo di rafforzare la posizione di Kiev. L’Italia dovrebbe iniziare ad aiutare se stessa e in primo luogo la sua sicurezza informatica”.
I filorussi hanno commentato così l’attacco proveniente da Anonymous Italia: “Lo ammettiamo, prima d’ora non avevamo mai sentito parlare di questi hacker”. Anonymous nei giorni scorsi ha colpito anche 150 siti web del governo venezuelano, tra cui quelli del Ministero degli Interni e della Giustizia, il Ministero degli Affari esteri, e il Tribunale Supremo di Giustizia, additando Nicolas Maduro come un “presidente illegittimo”.
NoName057, invece, ha messo nel mirino 10 siti web inglesi dopo la firma dell’accordo di partenariato firmato dal primo ministro britannico Keir Starmer e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Congratulazioni nel nostro stile al Regno Unito russofobico – hanno rivendicato gli hacker – per la firma dell’accordo con l’invio di regali Ddos”.