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Economia

Crediti inesistenti e non spettanti, cosa sono: tutte le novità nel nuovo Testo unico

Published by
Francesco Ferrigno

Il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate stanno lavorando in queste settimane su due atti di indirizzo per il governo.

L’obiettivo è quello di intervenire con due decreti su tematiche di particolare rilevanza. Parliamo dell’abuso del diritto e dei crediti inesistenti e non spettanti. Al lavoro c’è il direttore del Dipartimento Ernesto Carbone.

Crediti inesistenti e non spettanti, cosa sono: tutte le novità nel nuovo Testo unico (CANVA FOTO) – Notizie.com

La prima questione è particolarmente delicata e complessa, in quanto si configurano diverse incertezze giuridiche. Sui crediti inesistenti e non spettanti, invece, la novità è che ci si sta concentrando sui presupposti per considerare i crediti non spettanti, e non inesistenti. Le misure allo studio del Ministero si inseriranno in un più ampio intervento normativo che comprende anche una serie di disposizioni di carattere amministrativo.

Il tutto rientrerà poi nel Testo unico relativo alla riscossione

Alle disposizioni poi si aggiungeranno i testi unici mancanti relativi alle imposte dirette, all’accertamento, all’Iva e al registro. Il tutto rientrerà poi nel Testo unico relativo alla riscossione che sarà poi affidato all’esame del Parlamento. Verranno quindi ascoltate le proposte che proverranno dalle associazioni di categoria, in particolare dal settore dei dottori commercialisti.

Attualmente il credito d’imposta non spettante e inesistente è normato dal decreto legislativo 471 del 18 dicembre 1997, attraverso le sanzioni amministrative previste. Il credito è non spettante ma esistente quando utilizzato in misura superiore a quanto spettante. Nel dettaglio, esso è utilizzato in violazione delle modalità di utilizzo previste dalle leggi vigenti e fruito in misura superiore a quella prevista.

Il viceministro Leo: “Cambiare il rapporto tra fisco e contribuente”

Il credito è invece inesistente quando è privo dei suoi presupposti costitutivi. Dunque la sua inesistenza non può essere riscontrata tramite controlli automatizzati o formali. “La cifra di tutta questa nostra riforma è quella di cambiare il rapporto tra fisco e contribuente. – ha dichiarato il viceministro all’Economia Maurizio Leo – E lo stiamo facendo. Pensate a quello che si è fatto in materia di cooperative compliance e a quello che è il ruolo che potrà svolgere il dottore commercialista”.

Il viceministro Leo: “Cambiare il rapporto tra fisco e contribuente” (CANVA FOTO) – Notizie.com

Una delle priorità dell’esecutivo sarà intervenire sulla fascia dei contribuenti che va dai 28mila ai 60mila euro di reddito annui. L’obiettivo è dare un segnale al comparto. “Nel momento in cui diamo più risorse al ceto medio – ha concluso Leo – è di tutta evidenza che buona parte del risparmio fiscale verrà indirizzato verso i consumi, verso gli investimenti e quindi se ne trarrà un beneficio per l’economia“.

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Francesco Ferrigno