Sembrava destinato ad una grande carriera, ma Hachim Mastour non è riuscito mai a sfondare – dopo essere stato acquistato a soli 14 anni dal Milan.
La storia di Hachim Mastour rappresenta un chiaro esempio di come il talento precoce nel calcio possa incontrare ostacoli imprevisti e devastanti. Questo giovane, un tempo considerato una promessa del Milan, si ritrova a 26 anni senza squadra, dopo aver concluso la sua esperienza con l’Union Touarga in Marocco. Nonostante le avversità, Mastour non ha perso la speranza e guarda al futuro con rinnovato ottimismo.
Nato a Reggio Emilia da genitori marocchini, Mastour ha iniziato a giocare a calcio in Italia, attirando presto l’attenzione dei grandi club europei. A soli 14 anni, è stato acquistato dal Milan per una cifra record, segnando l’inizio di quello che sembrava dover essere un percorso stellare nel mondo del calcio professionistico. D’altra parte, erano in tanti a scommettere sulle sue qualità, se è vero che nel 2015 il giornale britannico The Guardian lo inseriva tra i 50 migliori calciatori nati nel 1998 (in una classifica che, notoriamente, non porta proprio benissimo).
Tuttavia, il cammino verso il successo non è stato lineare. Dopo le esperienze in prestito al Malaga e al PEC Zwolle, Mastour ha incontrato difficoltà a imporsi come sperato. La pressione delle aspettative e i cambi frequenti di squadra hanno pesato notevolmente sulle sue spalle, portandolo verso un periodo buio caratterizzato da depressione.
In un’intervista rivelatrice alla Gazzetta dello Sport, Mastour ha condiviso le sue lotte personali e professionali, sottolineando come la depressione abbia avuto un impatto significativo sulla sua vita e carriera. Nonostante le sfide, ha trovato conforto nella religione musulmana e nel sostegno della famiglia, elementi che lo hanno aiutato a superare i momenti più difficili.
Riflettendo sui suoi giorni al Milan, Mastour ammette di aver commesso errori nella gestione della propria immagine pubblica e esprime rimpianto per non aver seguito i consigli ricevuti su come gestire la propria carriera. Oggi, sotto la guida del preparatore Stefano Cellario, sta lavorando duramente per tornare in forma e trovare una nuova squadra che creda nel suo potenziale.
Nonostante le sfide affrontate, il desiderio di Mastour di dimostrarsi sul campo rimane incrollabile. Sogna di ritornare al grande palcoscenico del calcio italiano e di lasciare un segno indelebile nel mondo del pallone. Allo stesso tempo, esplora interessi fuori dal campo come l’imprenditorialità e mostra curiosità verso lo studio della psicologia, riflettendo forse le sue battaglie personali contro la depressione.
La storia di Hachim Mastour è un monito sui rischi delle enormi pressioni subite dai giovani talenti nello sport professionistico, ma serve anche come testimonianza resiliente sulla capacità umana di superare periodi difficili attraverso la fede personale e il supporto familiare.