Autonomia differenziata, inammissibile il referendum. La Consulta: “Oggetto e finalità non sono chiari”

“L’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”. Così i giudici della Corte costituzionale hanno dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni.

Calderoli Corte costituzionale
Autonomia differenziata, inammissibile il referendum. La Consulta: “Oggetto e finalità non sono chiari” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Ad emettere la sentenza sono stati gli attuali 11 giudici della Consulta. La Corte si era già espressa a dicembre in merito alla cosiddetta legge Calderoli. Già allora era stato sottolineato, ai fini di compatibilità costituzionali, la necessità di correzioni su 7 profili della stessa legge. Tra di essi i Livelli essenziali di prestazione (Lep) e le aliquote sui tributi.

In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa ha fatto sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario sulla legge n. 86 del 2024, come risultante dalla sua sentenza n. 192 del 2024. La Corte ha rilevato che l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudicherebbe la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore.

Per la Consulta il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione

La richiesta di referendum sul quale è stato chiesto il giudizio di inammissibilità consisteva nella “Legge 26 giugno 2024, n. 86, Disposizioni per l’attuazione dell’Autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione: abrogazione totale”.

Per la Consulta il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’Autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione. Ciò insomma non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.

Diverse le reazioni politiche alla decisione della Consulta

Sono state differenti le reazioni in merito alla decisione della Corte costituzionale. Per Fabrizio Cecchetti, deputato della Lega e segretario di presidenza della Camera, la decisione dichiarare inammissibile il referendum abrogativo conferma che il percorso dell’Autonomia differenziata è costituzionalmente solido e rappresenta il futuro per i territori. ”È uno strumento fondamentale – ha spiegato Cecchetti – per dare alle Regioni le risposte concrete che i cittadini chiedono: più efficienza, migliore gestione delle risorse e servizi più vicini alle esigenze locali“.

Secondo il senatore del Partito democratico Alessandro Alfieri, responsabile Riforme e Pnrr, invece, la Corte ha di fatto già demolito la legge. La decisione della Consulta sulla non ammissibilità del referendum per l’abrogazione della legge Calderoli – ha concluso l’esponente dem – è la naturale conseguenza della sentenza della stessa Corte che a dicembre 2024 ha di fatto demolito la legge sull’Autonomia differenziata voluta dal centrodestra. Una legge pessima per il nostro Paese, che aumenterebbe ancora di piu’ le disuguaglianze territoriali e sociali“.

Ammissibili altri 5 referendum

La Corte costituzionale ha invece deciso per l’ammissibilità di altri 5 referendum tra cui quelli su cittadinanza e Job Act. Ammissibile dunque la richiesta di referendum abrogativo denominata “Cittadinanza italiana: dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana“. E poi la richiesta di referendum abrogativo denominata “Contratto di lavoro a tutele crescenti – disciplina dei licenziamenti illegittimi“.

La sede della Corte costituzionale
Ammissibili altri 5 referendum (ANSA FOTO) – Notizie.com

Via libera anche al quesito “Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità” e “Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi“. Ammesso, infine, il referendum “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici“.

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