Non c’è solo il vicepremier Matteo Salvini che punta ad un rimpasto per tornare al Ministero dell’Interno. Sul tavolo del governo ci sono diversi temi ingombranti.
Due fra tutti: la questione del terzo mandato per i governatori di Regione, sulla quale la Lega è in pressing per garantire continuità al Veneto e a Luca Zaia; il rinvio a giudizio della Ministra del Turismo Daniela Santanchè.
Proprio in questi minuti il Movimento 5 Stelle ha depositato una mozione di sfiducia individuale sia alla Camera dei Deputati sia al Senato nei confronti della senatrice di Fratelli d’Italia Santanchè. “Il rinvio a giudizio della Ministra – hanno detto i parlamentari Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli – evidenzia per l’ennesima volta l’inopportunità politica e la gravità della sua condotta. Il Parlamento ha il dovere di non chiudere gli occhi davanti a comportamenti di questo tipo”.
Bisogna ricordare che Santanchè, su decisione del gup, andrà a processo per false comunicazioni sociali nell’ambito del caso Visibilia. Il governo, però, al momento non è intenzionato a spingere la Ministra alle Dimissioni. Tanto che il vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani ha specificato di sposare la linea garantistica a con tutti i cittadini italiani, Ministri compresi: “Si è colpevoli soltanto dopo il terzo grado di giudizio”.
Dopo il caso del governatore campano Vincenzo De Luca poi, il caso del terzo mandato rischia adesso di scoppiare con l’omologo veneto Luca Zaia. Se De Luca è in quota Partito democratico ed è da sempre in aperto scontro con la premier Giorgia Meloni, Zaia è invece uno dei leader della Lega, forza politica di governo. Tanto più che un altro governatore leghista, Massimiliano Fedriga, che ha messo sul tavolo la questione anche in Friuli Venezia Giulia.
“Non si può liquidare con un ‘non siamo d’accordo, arrivederci e grazie’ la richiesta di una delle forze della coalizione”, secondo Fedriga. Ad affrontare la problematica è stato il capogruppo al Senato di Fi Maurizio Gasparri: “Nel mondo c’è una tendenza a limitare a due i mandati monocratici: la Costituzione degli Stati Uniti, la Costituzione della Francia e lì c’è il Presidente della Repubblica. Perfino in Russia, continuo con un paradosso, perché lì è un’autocrazia”.
Del resto, anche la leader del Pd Elly Schlein è contraria al terzo mandato di De Luca. Dunque i governatori, pur godendo di un ampio consenso popolare, potrebbero essere costretti a farsi da parte. In Campania è stata votata una legge regionale per andare avanti, ma il governo Meloni si è opposto con un ricorso. Motivato con il fatto che anche la proposta sul premierato contiene il limite dei due mandati. “Penso che le Regioni sono dei grumi di potere – ha detto il leader di Azione Carlo Calenda – che finanziano le televisioni locali e quindi controllano il consenso e distribuiscono fondi“.
All’opposizione si sta puntando quindi a destabilizzare il governo su temi scottanti, ma c’è un ragionamento politico in corso di più ampio respiro. Una nuova forza politica al centro che faccia da contraltare a Forza Italia, ago della bilancia in diverse competizioni elettorali risoltesi a favore della destra. Una forza che vada ad affiancare il Pd. Secondo il sindaco di Milano Beppe Sala “anche Schlein è consapevole che manca qualcosa. Il centrodestra vince perché ha Forza Italia”.
Ma è a livello locale che si gioca la partita del terzo mandato. “È comunque una battaglia sacrosanta, – ha detto Sala – perché mi devono spiegare come mai siamo l’unico paese europeo in cui c’è questo limite. Ho la sensazione che il Paese sia ancora sotto il condizionamento del fascismo, con la paura di dare troppo potere a qualcuno. Ancora governa questa riflessione. Posso dire che è una sciocchezza?”.