Separazione delle carriere, Arbore (Anm): “Meno poteri al Csm, sentore di inquisizione. A pagare sono i cittadini”

Separazione delle carriere, Alta Corte disciplinare: “Togliere il potere al Consiglio superiore della magistratura sa di tribunale dell’inquisizione”.

Sullo sfondo un simbolo del bilanciamento dei poteri dello Stato. In primo piano la giudice Angela Arbore (Anm)
Separazione delle carriere, Alta Corte disciplinare: “Togliere il potere al Consiglio superiore della magistratura sa di tribunale dell’inquisizione” (Foto di La Magistratura, rivista di Anm) – notizie.com

Da un lato c’è il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dall’altro l’Associazione nazionale magistrati. Una contrapposizione che si è fatta sempre più aspra negli ultimi mesi e l’ultimo terreno di scontro è la separazione delle carriere contenuta nella riforma della giustizia. Il testo ha ottenuto il primo via libera alla Camera nei giorni scorsi.

Il Guardasigilli e il governo di Giorgia Meloni intendono creare due carriere separate per magistrati e pubblici ministeri. Nel mirino, il Titolo IV della Costituzione all’articolo 102, che si punta a cambiare prevedendo che ogni giudice dovrà scegliere fin dall’inizio del suo percorso se occuparsi della carriera inquirente o giudicante.

Lo scontro ha ormai raggiunto l’apice e l’Anm ha proclamato uno sciopero nazionale contro la riforma della giustizia, previsto per il prossimo 27 febbraio. Ma il primo “incontro” tra i magistrati e l’ex collega Nordio avverrà già il 24 gennaio, dove il Guardasigilli è atteso alla Corte d’Appello di Napoli, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, che si terrà anche nel resto d’Italia.

La protesta dell’Anm a Napoli

I magistrati si raccoglieranno all’esterno della Fondazione Castel Capuano con cartelli recanti frasi della Costituzione. Poi, quando Nordio o un suo rappresentante comincerà a parlare, abbandoneranno l’aula “in forma composta” ma indossando la toga e con in mano una copia della Costituzione. Ne abbiamo parlato con la magistrata Angela Arbore, nella giunta esecutiva Anm e presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Trani.

Dottoressa, lo scontro con il ministro Nordio è arrivato all’apice. Dopo l’approvazione della Camera della separazione delle carriere, avete definito la riforma “punitiva”.
Una premessa è d’obbligo, amiamo sempre farla: come magistratura noi non cerchiamo lo scontro. Siamo un potere dello Stato. Un potere che però, purtroppo, spesso viene chiamato a una contrapposizione, in quanto destinatario di provvedimenti normativi, magari emanati perché a volte i magistrati fanno qualcosa di non gradito all’apparato politico e governativo”.

Cosa contestate della separazione delle carriere?
Questa non è la riforma della giustizia che il ministro e il governo vogliono lasciar intendere. Si tratta di una riforma che incide sulla natura della magistratura, sulla sua essenza più intima, disegnata dalla Costituzione. E tra i tanti punti, c’è il più famoso: la separazione delle carriere tra pm e giudici. Ma c’è un dato fuorviante: le statistiche dimostrano che il passaggio da una funzione all’altra in questi anni è stato intorno allo 0,03%. Quindi il problema non sussiste e non si pone. La vera finalità di questa riforma è togliere via i pubblici ministeri dall’ordine della magistratura e pian piano sottoporli al potere politico. E dunque renderli soggetti destinatari di condizionamento anche nell’esercizio dell’azione penale”. 

In che modo può avvenire questo iter verso la subordinazione?
Nel momento in cui si separano le carriere, magistrati e pm accederanno alle carriere in modo diverso. Ed è facile il passaggio successivo, come avviene anche in altri ordinamenti. Le decisioni, anche sull’azione penale che è obbligatoria, potrebbero diventare oggetto di valutazione, dunque discrezionali. Separando le carriere, si possono disciplinare come si vuole. E in questo contesto a perdere le garanzie sono i cittadini. In chiave di stretta conseguenza c’è l’istituzione dei due Consigli superiori separati, uno per i giudici l’altro per i pm, eletti col criterio del sorteggio: altro principio palesemente incostituzionale”.

C’è chi considera innovativa l’idea di un’Alta Corte disciplinare che giudichi la responsabilità dei magistrati.
Attualmente abbiamo il Consiglio superiore della magistratura che esercita il potere di decisione quando vanno accertate le responsabilità dei magistrati. Togliere questo al Consiglio superiore, sa di tribunale di inquisizione. Ripeto: questo è pericoloso non per la magistratura. Il vero grande assente di questa riforma è il cittadino”.

Perché lo pensa?
Non abbrevierà di un solo giorno la durata dei processi, non garantirà sentenze più rapide o risorse più efficienti. Lo dimostra lo sfacelo di questi giorni, con l’introduzione nel processo penale della funzionalità telematica chiamata App, che non funziona”.

Tornando all’Alta Corte: la politica e anche qualche esperto del settore ritengono che sia necessaria per punire i casi di malagiustizia. Pensiamo al caso Tortora.
È un accostamento improprio e ingiustificato. La magistratura ha tutti gli strumenti al proprio interno per emettere provvedimenti anche gravissimi, come destituire, sanzionare, censurare, privare dello stipendio, cambiare la sede, nei confronti dei colleghi. Prevedere un organo esterno che controlli, implica mancanza di fiducia e introduce l’immagine pericolosa che serva un organo terzo per controllare. Il caso Tortora viene sempre riportato come errore giudiziario: gli errori si fanno, ma possono diventare anticorpi per migliorare. Spiace che questo clima di diffidenza e sospetto venga alimentato dal ministro, tecnico per eccellenza, magistrato in pensione, pubblico ministero”.

Aula di Tribunale, imputato parla con il suo avvocato mentre una donna siede dietro di lui
Tornando all’Alta Corte: la politica e anche qualche esperto del settore ritengono che sia necessaria per punire i casi di malagiustizia. Pensiamo al caso Tortora – notizie.com

A Napoli Anm uscirà dall’Aula prima che Nordio prenda la parola in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario?
L’anno giudiziario sarà inaugurato in tutte le Corti d’Appello d’Italia. A Napoli ci sarà Nordio. Il Comitato direttivo Anm ieri ha deliberato la decisione su richiesta di 1.500 magistrati che hanno chiesto di adottare forme di proteste. La grande preoccupazione in fondo, è il futuro della magistratura che rischia di essere indebolita, intimorita. Quindi non potrà più svolgere efficacemente il suo compito fondamentale: amministrare la giurisdizione per le cittadine e i cittadini. Abbiamo giurato su questo principio e sulla Costituzione”.

Una riforma del sistema giustizia è comunque necessaria. Cosa dovrebbe contenere, secondo lei?
Dotazione di risorse efficaci: informatiche, logistiche, strutturali, organici di magistrati più adeguati e meglio distribuiti in base alla conformazione territoriale. Abbiamo piccoli tribunali che funzionano con organici ridicoli, poi mega uffici. Situazioni di dotazioni informatiche inadeguate alla realtà. Bisognerebbe investire in formazione e informazione. Una vera riforma insomma, che renda la giustizia più efficiente e veloce. Con i funzionari dell’ufficio per il processo previsti nel Pnrr sono stati fatti passi avanti. Ma il passaggio fondamentale – l’abbiamo chiesto più volte – sarebbe stabilizzare queste figure professionali, che sono di grande supporto. Velocizzare l’attività giurisdizionale, semplificare le normative, rendere veloci di strumenti processuali. Di tutto ciò non c’è traccia nella riforma Nordio”.

Pochissime ore fa è arrivato il verdetto della Consulta sull’ammissibilità dei referendum, Autonomia inclusa. La Corte Costituzionale ha deciso ancora una volta senza il plenum perché la nomina dei giudici è in stallo da mesi in Parlamento. Cosa ne pensa?
Viviamo in un’epoca molto difficile. Il presidente Giuseppe Santalucia li definisce bui. Questa situazione di stallo che registriamo in vari contesti, ma questo è delicatissimo. Non fa il bene del sistema repubblicano. Noi magistrati siamo sempre qui pronti a fare il nostro dovere. Ma io da cittadina sono molto preoccupata”.

Gestione cookie