Da diverse ore sui media è rilanciata la notizia di un nuovo conflitto portato avanti da Israele, stavolta in Cisgiordania. Il nome in codice è Muro di Ferro.
Le vittime dei raid israeliani negli ultimi tre giorni a Jenin sono 12 e 40 i feriti. L’obiettivo dell’esercito israeliano stavolta è neutralizzare il cosiddetto battaglione Jenin, composto da agenti affiliati a gruppi terroristici come Hamas e la Jihad islamica palestinese.
Muro di Ferro è un’operazione militare partita a poche ore di distanza dall’inizio della tregua con Hamas nella Striscia di Gaza. Il cessate il fuoco è stato accolto con favore dalle organizzazioni internazionali adesso impegnate nella ricostruzione dopo oltre un anno di bombardamenti e migliaia di persone uccise. L’accordo tra Israele e Hamas è basato soprattutto sul reciproco scambio di ostaggi e prigionieri. Un primo scambio è già avvenuto nel primo giorno di tregua.
Il controllo misto da parte di Israele e dello Stato di Palestina
Per comprendere cosa sta accadendo in Cisgiordania bisogna anche chiarire la natura del territorio “al di là del fiume Giordano”. Come la Striscia di Gaza, anche la Cisgiordania o West Bank, in inglese, è un territorio ibrido. È sottoposto a controllo misto da parte di Israele e dello Stato di Palestina. Secondo Onu e Croce Rossa si tratta di un territorio palestinese occupato dallo Stato ebraico con le colonie. Per Israele, invece, si tratta di zone contese.
L’esercito israeliano (Idf), insomma, avrebbe individuato una cellula terroristica a Jenin. Tra i jihadisti colpiti ed uccisi in queste ore ci sarebbero gli ideatori di un mortale attentato terroristico avvenuto nel villaggio di al-Funduq all’inizio di questo mese. L’Arabia Saudita ha espresso la sua condanna per l’operazione militare lanciata dalle forze israeliane.
L’Arabia Saudita: “Fermare le violazioni israeliane”
“Il Regno rinnova la richiesta alla comunità internazionale di assumersi le proprie responsabilità per fermare le violazioni israeliane delle leggi e dei trattati internazionali pertinenti“, si legge in un comunicato del Ministero degli Esteri saudita. Sul campo sono inoltre stati condotti attacchi aerei sui siti delle infrastrutture terroristiche e smantellati numerosi esplosivi piazzati lungo le strade.
Hamas ha lanciato un appello a “tutte le fazioni in Cisgiordania a uscire con tutta la loro forza per affrontare l’aggressione e gli attacchi dell’occupazione ai combattenti della resistenza a Jenin“. Il movimento ha duramente attaccato anche l’Autorità nazionale palestinese, accusandola di aver “sparso sangue palestinese” nel campo profughi, dopo che nelle scorse settimane si erano moltiplicati gli scontri tra polizia locale e fazioni armate, per lo più legate a Hamas e alla Jihad islamica.