Arriva il Testo Unico sulle riscossioni, un’iniziativa che si spera possa fin da subito migliorare quello che è il rapporto tra contribuente e fisco.
Il Mef è davvero vicino alla conclusione di una vera e propria riforma sulla riscossione, presto passata al vaglio da parte del Parlamento. Di fondamentale importanza diventano i dottori commercialisti che gestiranno il rischio fiscale tramite quello che viene chiamato tax control framework.
A dare informazioni in merito è Maurizio Leo, vice ministro dell’Economia e delle Finanze, che nel corso del Cnpr forum durante il convegno “L’anno che verrà la manovra finanziaria e la professione”. Un evento che era atteso da gran parte del movimento legato all’economia.
Questi ha aggiunto: “Sono previsti ‘affinamenti’ sul concordato preventivo biennale per cambiare il rapporto tra contribuenti e fisco, attraverso il contributo dei professionisti. Infine poi, stiamo lavorando a due decreti su abuso del diritto e crediti inesistenti in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e del Dipartimento Finanze”. Vedremo se i giovamenti saranno evidenti fin da subito. e se il contributo di questi professionisti sarà centrale.
Il 2025 l’anno dei commercialisti
Il 2025 sarà dunque l’anno dei commercialisti, come evidenzia anche Marco Cuchel, presidente di Anc. Questi ha specificato che sono diversi i temi chiave da analizzare come le modifiche al concordato preventivo per una rateizzazione più importante dal punto di vista dei debiti fiscali.
Questi ha proposto anche una nuova rottamazione “quinques” che andrà ad aiutare le imprese a mettersi in regola fin da subito con lo Stato. Per la ripresa economica si valuta la possibilità di spalmare il debito in 120 rate, offrendo un modo interessante per avere così il tempo e la possibilità di sistemare i problemi laddove presenti.
Interessanti sono gli spunti presentati anche dal presidente della Commissione Attività Produttive a Montecitorio, Alberto Luigi Gusmeroli, che è tornato sulla vicenda specificando: “L’ipotesi è quella id prevedere 120 rate mensili uguali in dieci anni per le piccole e medie imprese, artigiani, commercianti, liberi professionisti, pensionati e dipendenti andando così a sanare quello che è il loro pregresso e pagare anche le imposte correnti. Una modifica che potrebbe portare anche lo Stato a beneficiarne in termini di incasso annuale, stabilizzando di conseguenza il sistema economico”.
Obiettivo rilancio per l’industria
C’è chi invece è un po’ più critico come Antonio Misiani, vice presidente della Commissione Bilancio del Senato, che ha puntato il dito verso il Governo, specificando come sia necessaria, fin da subito, un’inversione di tendenza. Questi chiede una strategia per andare a rilanciare lo sviluppo industriale che è rallentato negli ultimi due anni.
Questi ha anche parlato del taglio del 75% al fondo dell’automotive, invitando a ripristinarlo per non mettere in ginocchio un settore già in crisi di numeri e risultati. Sottolineando come tema centrale sia anche il sistema sanitario nazionale che necessita di un rifinanziamento urgente visto che al momento sono milioni gli italiani che, per motivi economici, rinunciano alle cure. Una situazione a cui si deve ovviare per dare la possibilità a tutti di stare bene e vivere al meglio la vita.
Chiudiamo con le parole di Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, che specifica: “Il 2025 sarà un’incognita a causa delle tensioni internazionali che influenzeranno l’economia italiana. L’auspicio è che il governo possa determinare regole chiare per consentire a imprese e professionisti una necessaria e opportuna pianificazione all’insegna di una concreta semplificazione degli adempimenti e del calendario fiscale”.
Questi ha specificato di aver molto apprezzato l’intervento del vice ministro Leo quando ha parlato della volontà di rinnovare il dialogo con i commercialisti e la volontà del Governo di voler applicare il criterio delle ‘regole certe’ per il pagamento delle imposte da parte delle imprese.