“Urgenti ragioni di sicurezza vista la pericolosità del soggetto”. È quanto dichiara il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, riguardo l’espulsione di Almasri.
Il generale libico era destinatario di un mandato di cattura emesso dalla Corte d’Appello di Roma per “reati di crimini contro l’umanità e crimini di guerra” commessi nella prigione di Mitiga il 15 febbraio 2011. Reati che sono punibili, secondo la stessa Corte d’Appello, con “la pena massima dell’ergastolo”.
Almasri fu arrestato a Torino la mattina del 19 gennaio, dopo aver visto la partita Juventus-Milan. Viene fermato dalla Digos su indicazione dell’Interpol e finisce, così, in carcere. A Roma, però, nessuno sembra sapere nulla di questo arresto stando a quanto scrive il procuratore generale chiedendo ai giudici della Corte d’Appello di non convalidare l’arresto. Un “errore procedurale” per il quale, sempre secondo il procuratore generale di Roma, “non ricorrono le condizioni per la convalida”.
Questo il quadro in cui si inserisce la vicenda del generale libico. Torniamo, quindi, al ministro Piantedosi e al question time svoltosi al Senato. Il titolare al dicastero della Giustizia ha risposto a due interrogazioni delle opposizioni senza però specificare alcuni punti centrali. Primo fra tutti: perché Almasri è stato rimpatriato a bordo di un aereo dei servizi segreti italiani? Il ministro ha rinviato la ricostruzione alla prossima settimana, quando ha annunciato un’informativa completa al Parlamento.
Piantedosi ha poi continuato riferendo che, una volta disposta la scarcerazione da parte della Corte d’Appello di Roma per l’irritualità delle procedure richiamate poco fa, l’espulsione si è rivelata come “la misura più appropriata anche per la durata del divieto di reingresso”. Il ministro non si sofferma, quindi, sulle valutazioni del governo circa la decisione di espellere il generale (che, ricordiamolo, era per l’appunto già in carcere).
Limitandosi a sottolineare più volte la “pericolosità del soggetto” in questione. L’arresto è stato quindi effettuato prima della richiesta da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il collega Piantedosi non risponde alle domande delle opposizioni circa il perché lo stesso Nordio non abbia ritenuto di sanare l’errore procedurale che ha portato i giudici della Corte di Appello di Roma a non convalidare l’arresto.
Nella fattispecie – come rilevato dalla Corte di Appello – il ministro Nordio era stato informato dell’arresto di Almasri solo lunedì scorso, quando quest’ultimo era già nel carcere di Le Vallette. E non preventivamente, come indicato dalla procedura.
Come già sottolineato, il ministro – durante il question time – non risponde nemmeno al punto rilevato dai De Cristoforo, di Sinistra Italiana, e Zampa del Partito Democratico. Ossia: perché, dopo la sua espulsione, Almasri è stato rimpatriato con un aereo di Stato? Tutti punti che non tornano e su cui ci si aspetta ora chiarezza durante l’informativa al Parlamento annunciata dallo stesso Piantedosi.
Ora le opposizioni annunciano battaglia. Paventando un’interrogazione rivolta anche al ministro Carlo Nordio. “Il governo chiarisca perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare”, afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo”, continua. Ora che “ne era stato arrestato uno libico”, invece di dare seguito alle richieste della Corte Penale Internazionale “che lo accusa di crimini di guerra” lo hanno “rimandato impunito in Libia”. “Una vicenda gravissima”, è quella di cui parla il senatore Matteo Renzi. Mentre deputati e senatori di Alleanza Verdi-Sinistra urlano alla “vergogna”.
Dalla maggioranza, il capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia, Carolina Varchi, afferma che “le sentenza della magistratura si rispettano. Non si può trasformare in bagarre politica una decisione dei giudici”. Sostenendo poi che sarebbe la Sinistra, in questo caso, a voler mettere in discussione l’indipendenza e l’autonomia della magistratura. Varchi annuncia poi di aver presentato un’interrogazione urgente per fare luce sull’atteggiamento della Corte Penale Internazionale “e in particolare sulla tempistica con cui è stata richiesto il provvedimento di cattura”. Ossia subito dopo che Almasri è giunto su suolo italiano.