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Cronaca

Neonata rapita, Rosa resta in carcere: libero il marito. L’esperto: “Un rudimentale ma determinato disegno criminale”

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Francesco Ferrigno

Il caso di Sofia, la neonata rapita da una clinica di Cosenza e ritrovata poche ore dopo continua a tenere banco in Italia. Questa mattina si è tenuto l’interrogatorio di garanzia per i sequestratori.

Neonata rapita, Rosa resta in carcere: libero il marito. L’esperto: “Un rudimentale ma determinato disegno criminale” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Rosa Vespa di 51 anni e il marito Moses Aqua di 43 anni hanno risposto a tutte le domande del sostituito procuratore della Repubblica di Cosenza Antonio Bruno Tridico nel corso dell’udienza di convalida del fermo, durata circa un’ora e mezza.

Al termine dell’interrogatorio è stata ritenuta credibile la versione di Moses: non sapeva che in realtà la moglie non era incinta. Per questa ragione ha già lasciato il carcere di Castrovillari, dov’era detenuto. Vespa, da quanto si apprende, si è comunque addossata tutta la responsabilità di quanto accaduto. Confermando di fatto quanto già emerso nella prima fase dell’indagine, cioè che il marito fosse all’oscuro di tutto.

Il criminologo in esclusiva a Notizie.com: “Si era instaurata una gravidanza isterica”

Sulla base dei fatti resi noti, si può ragionevolmente ipotizzare che nella donna, impossibilitata a procreare naturalmente, si sia inizialmente instaurata una gravidanza isterica. All’esito della quale, ha sviluppato un rudimentale ma determinato disegno criminale, sfociato nel rapimento della neonata”. A commentare l’episodio che ha tenuto per ore l’Italia col fiato sospeso è Roberto Colasanti, criminologo clinico e investigativo, legale rappresentante dell’associazione Pro Territorio e Cittadini odv.

L’interrogatorio è durato circa quattro ore. L’avvocato dell’uomo, Gianluca Garritano, ha detto che Moses è provato da tutta la vicenda ma ha confermato che non si era mai accordo di nulla: la moglie gli mostrava il pancione. Rosa Vespa, insomma, aveva un pancione credibile che la faceva sembrare incinta. Ha mostrato al marito anche una lettera di dimissioni dalla clinica. Rosa Vespa, su disposizione della gip di Cosenza Claudia Pingitore, resterà in carcere. Indagata per sequestro di persona, la misura cautelare è stata confermata.

Se l’uomo fosse pienamente consapevole di quanto organizzato dalla donna non ci sono elementi per dirlo. – ha continuato Colasanti L’uomo nel video appare tranquillo. Sistema la culla per accogliere il neonato. La moglie, invece, lo tiene nascosto tra le braccia. Il tutto avviene a favore di telecamere che lo riprendono in viso così come riprendono l’auto con la targa. Tali particolari fanno riflettere sulla consapevolezza del reato”.

Rosa Vespa è accusata del rapimento della neonata Sofia, portata via martedì scorso dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. La donna, assistita dall’avvocato Teresa Gallucci, ha raccontato di aver finto una gravidanza per 9 mesi ingannando anche il marito. Ha precisato di non aver voluto fare del male a nessuno. Su quanto da lei commesso non ha saputo darsi una risposta logica, mentre sulla dinamica dell’accaduto ha fornito alcuni particolari sui quali proseguono le indagini.

Nell’abitazione della coppia era in corso una festa per l’arrivo di un nascituro

La polizia, dopo indagini-lampo durate poche ore, hanno rintracciato la piccola Sofia nell’abitazione della coppia. In casa era in corso un party per festeggiare la nascita di un bambino. La neonata, infatti, era stata vestita da maschietto. Vespa aveva fatto credere a tutti di aver partorito un maschio. Nello stupore generale, i poliziotti hanno tratto in salvo la piccola.

Nell’abitazione della coppia era in corso una festa per l’arrivo di un nascituro (ANSA FOTO) – Notizie.com

L’avvocato ha chiesto l’applicazione di una misura meno afflittiva rispetto alla custodia in carcere, per la quale il gip si è riservato di decidere. E l’autorizzazione a sottoporre la 51enne a una visita in carcere da parte di un medico specializzato in psichiatria, richiesta alla quale il pm non si è opposto. “Casi simili in Italia ce ne sono stati. – ha concluso il criminologo – Annarita Buonocore ha rapito un neonato dall’ospedale di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, il 6 giugno 2010. È stata condannata a 6 anni di reclusione per sequestro di persona”.

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