I numeri descrivono giĂ ampiamente la portata del World Economic Forum di Davos: 350 leader da tutto il mondo, tra cui 60 capi di Stato, per circa 3mila partecipanti totali.
Per cinque giorni allâanno, questa piccola cittadina svizzera nel cuore dei Grigioni diventa uno snodo cruciale degli equilibri mondiali. Nel caso del 2025: dal 20 al 24 gennaio. Gli argomenti di cui si tratta sono molteplici, e riguardano quella che potremmo definire lâessenza della contemporaneitĂ .
Quali sono i temi su cui si è soffermata lâattenzione nel 2025? âLâincertezza geoeconomica, le tensioni commerciali, la polarizzazione culturale e lâansia per il clima sono alle stelleâ. CosĂŹ esordisce il comunicato diffuso proprio dagli organizzatori del WEF. Preoccupazioni che suonano giustificate, se consideriamo quanto successo in questi cinque giorni di incontri. A partire da quello che era forse lâintervento piĂš atteso: quello del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
âCerco di essere costruttivo perchĂŠ amo lâEuropaâ, ha esordito il tycoon con toni concilianti, in videocollegamento. Per poi calare la scure: âMa loro trattano gli Stati Uniti in modo molto ingiusto con le tasse sullâIva e tutte le altre tasse che impongonoâ. Tale stato di cose renderebbe molto difficile lâingresso dei prodotti statunitensi nel vecchio continente. Trump perciò accusa lâUnione Europea di voler vendere le proprie merci negli Stati Uniti imponendo, però, al contempo, dazi troppo elevati agli USA. Risultano: âAbbiamo centinaia di miliardi di dollari di deficit con lâUe e nessuno ne è contento. A malincuore, dovremo fare qualcosaâ.
Questo âqualcosaâ si tradurrebbe in un 10 percento in piĂš sui prodotti di matrice europea che entrano negli Stati Uniti. Misura che Trump vorrebbe applicare giĂ entro aprile di questâanno. In Italia, i settori piĂš penalizzati potrebbero essere quelli dellâagro-alimentare, dove i dazi potrebbero sfiorare il 25 percento. Insomma: le parole di Trump al Wef di Davos potrebbero essere il primo atto di questa guerra commerciale alle porte tra USA e Ue. âSe lâamministrazione Trump metterĂ in pratica la minaccia di nuovi dazi, la Ue è pronta a rispondere per difendere i suoi interessiâ.
Ă quanto dichiarato, infatti, dal Commissario Ue per lâEconomia, Valdis Dombrovskis, in unâintervista alla Cnbc a margine del Forum di Davos. Non tira un buon vento sullâasse dellâAtlantico. Trump ha aggiunto, durante il suo intervento, che âabbasseremo le tasse dal 15 al 21 percento per chi produrrĂ negli Stati Unitiâ. Per poi attaccare frontalmente lâeconomia del âGreen Dealâ che lo stesso presidente ha definito âla truffa verdeâ.
Un altro punto emerso a Davos dove si rischia lo scontro con lâUe. E non solo. Proprio durante il Wef, infatti, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha lanciato il Global Energy Transition Forum. Di cosa si tratta? Di un accordo tra lâUnione Europea e paesi come il Brasile, il Sudafrica, il Canada, gli Emirati Arabi Uniti e la Gran Bretagna per maggiori investimenti nellâeconomia green. âNel 2024 il mondo ha investito 2mila miliardi â sottolinea von der Leyen â è evidente che la transizione verde è in attoâ.
Ma quali sono gli obiettivi di questo nuovo Forum lanciato a Davos? âTriplicheremo lâenergia rinnovabile â spiega la presidente della Commissione Ue â e raddoppieremo lâefficienza energetica entro il 2030â. Secondo von der Leyen, inoltre, il risultato principale sarĂ il raggiungimento dellâindipendenza energetica, âcreando buoni posti di lavoro in patriaâ. Un bene anche âper la competitivitĂ economica e per la riduzione delle bollette energeticheâ.
Quella âpolarizzazioneâ richiamata dal comunicato del Wef sembra quindi pienamente in atto. Basta ascoltare le parole del presidente argentino, Javier Milei, che ha palesemente annunciato quella che è la sua âfazioneâ: âNon mi sento solo â dichiara ai microfoni del Forum di Davos â perchĂŠ nel corso di un anno, nuovi alleati hanno abbracciato le idee di libertĂ â. Chi sono questi alleati? Lââincredibile Muskâ, tanto per cominciare; la âmia cara amica Giorgia Meloniâ, e chiaramente Donald Trump.
Altro argomento comprensibilmente caldo e divisivo è quello della guerra in Ucraina. Con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, che richiama lâesigenza di aumentare il sostegno al governo Zelensky. Il segretario ha ribadito che il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, non ha âalcun diritto di veto e non ha diritto su chiunque si unisca alla Nato in futuroâ.
Parole che rispondono, indirettamente, alle condizioni poste da Vladimir Putin per mettere fine al conflitto. Prima fra tutte, appunto, la non adesione dellâUcraina al patto atlantico. Anche su questo terreno, Trump sembra parecchio distante dalle posizioni europee. Dato che, sempre al Forum di Davos, lâinquilino della Casa Bianca si dice âpronto a incontrare quanto prima il presidente Putin per mettere fine a questa guerra orribileâ. Aggiungendo che Kiev sarebbe pronta a trovare un accordo per la fine della guerra.
La quale terminerebbe seduta stante, sempre secondo le parole di Trump, âse il petrolio costasse menoâ. Si apre cosĂŹ, nuovamente, quella breccia che pare ormai insanabile tra gli USA e gli attuali governi europei, che marciano per ridurre i combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili. Insomma: tanti e diversi gli argomenti sul tavolo su cui bisognerĂ , in qualche modo, trovare una non facile linea comune.
Dâaltra parte, come spiegato dallo stesso fondatore di Davos Klaus Schwab, viviamo in unâepoca in cui è necessaria una âcollaborazione per dare il via a un nuovo Rinascimento. Motivo per cui abbiamo scelto come tema, per questo incontro annuale, la collaborazione per lâera intelligenteâ. Alludendo cosĂŹ anche alle opportunitĂ (e ai rischi) che lâutilizzo dellâintelligenza artificiale può portare in diversi settori: dallâeconomia, al sociale, allâinformazione, alla cultura. Finanche alle religioni.
Al Forum di Davos, infatti, arriva anche la voce di Papa Francesco. In un messaggio inviato a Schwab, il pontefice si sofferma proprio sulla questione dello sviluppo tecnologico che âdeve essere ordinato alla persona umana. Esiste però il pericolo che lâIA venga usata per promuovere il paradigma tecnocraticoâ. Vale a dire: che tutti i problemi che affliggono il mondo possano essere risolti tramite lâutilizzo dei mezzi tecnologici. âLa dignitĂ umana â prosegue Francesco â non deve mai essere violata a favore dellâefficienzaâ.
Tanti i temi sul tavolo; tante le sfide da affrontare e tantissime anche le perplessitĂ su come farlo. Uno scenario internazionale pervaso dallâincertezza dove, al di lĂ delle dichiarazioni âdistensiveâ di Schwab e gli auspici di Papa Francesco, le divisioni sembrano particolarmente marcate. Differenti visioni del mondo. Paradigmi per molti versi opposti che creeranno nuovi equilibri mondiali. Ancora presto, come rilevato durante lo stesso Forum, per fare previsioni. Ma lâidea è che lo scacchiere internazionale sarĂ profondamente ridisegnato da qui al prossimo anno.