Non solo Trump: falsi documenti Ue per lavorare in Italia, pronta l’espulsione 37 badanti. L’inchiesta sulla “fabbrica dei lasciapassare”

Per circa 600 euro decine di georgiane avevano acquistato falsi documenti d’identità di Paesi dell’Unione europea. Si fingevano così cittadine di Slovacchia, Polonia o Lituania.

Polizia, attività contro l'immigrazione
Non solo Trump: falsi documenti Ue per lavorare in Italia, pronta l’espulsione 37 badanti. L’inchiesta sulla “fabbrica dei lasciapassare” (POLIZIA DI STATO FOTO) – Notizie.com

Il motivo è presto detto. In questo modo riuscivano a spostarsi liberamente in Italia, accedere al mondo del lavoro e godere di benefici giuridici, fiscali e sanitari. Aggirando le norme sull’immigrazione.

La loro nazione d’origine, infatti, la Georgia, non fa parte dell’Unione. Pur avendo due anni fa presentato domanda di adesione, il Paese è di fatto candidato. Il sistema è stato scoperto in queste ore dalla polizia di stato e dalla Procura della Repubblica di Udine, nell’ambito di un’indagine contro l’immigrazione ed i soggiorni illegali. Sono quindi scattate 52 perquisizioni. 19 persone sono state arrestate, 17 denunciate. Il reato per cui si procede è possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.

Le donne esibivano documenti di identità, validi per l’espatrio, di Paesi dell’Ue

L’attività investigativa, coordinata dai pm friulani, è stata avviata nei mesi scorsi a seguito di alcune segnalazioni ricevute dagli Uffici territoriali delle Agenzie delle Entrate della provincia udinese. Gli riferivano di un considerevole accesso presso i loro uffici di donne, apparentemente di nazionalità georgiana, che si presentavano però come cittadine comunitarie. Le donne esibivano documenti di identità, validi per l’espatrio, di Paesi dell’Unione Europea, in particolare Slovacchia, Polonia e Lituania.

La presentazione di tali documenti identificativi per il rilascio del relativo codice fiscale comunitario consentiva loro, nell’immediato, di poter accedere al mondo del lavoro. Il circuito era quello delle agenzie delle badanti. Potevano godere di benefici giuridici, fiscali e sanitari, aggirando le norme che regolano l’ingresso e la permanenza nel territorio nazionale dei cittadini extracomunitari. Tra le loro mani, insomma, c’era un vero e proprio lasciapassare.

Le straniere si erano successivamente spostate in diverse provincie, dove avevano poi, con evidente maggior facilità, trovato lavoro. L’inchiesta si è quindi spostata su tutto il territorio nazionale: la provincia di Udine, quella di Pordenone, le provincie di Bolzano, Venezia, Gorizia, Pistoia, Firenze, Torino, Lecce, Latina, Varese, Belluno e Prato. Al termine delle operazioni sono stati sequestrati 36 documenti comunitari falsi, per la maggior parte slovacchi, ed altrettanti codici fiscali o attestazioni di rilascio degli stessi.

Le autorità stanno ipotizzando l’operatività di una organizzazione ben strutturata

All’esito degli accertamenti degli Uffici Immigrazione, – hanno fatto sapere dalla polizia di stato – ove permanesse l’insussistenza dei requisiti per il regolare soggiorno sul territorio nazionale, tutte le straniere denunciate saranno espulse”. Mentre su tutti i media del mondo, insomma, rimbalzano le immagini pubblicate dalla Casa Bianca riguardanti il fatto che il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta espellendo numerosi immigrati irregolari dal suolo americano, anche nel nostro Paese sta partendo una stretta sul fenomeno degli accessi illegali sul suolo italiano. Sono in corso ulteriori attività volte ad individuare i soggetti che hanno procurato loro i documenti falsi.

Falso documento d'identità
Le autorità stanno ipotizzando l’operatività di una organizzazione ben strutturata (POLIZIA DI STATO FOTO) – Notizie.com

Le autorità stanno ipotizzando l’operatività di una organizzazione ben strutturata. In grado di fabbricare all’estero e poi consegnare alle acquirenti, nel giro di pochi giorni, dietro il corrispettivo di una somma di denaro che si aggira intorno ai 600 euro, il tanto ambito documento. Grazie ad esso, ottenuto il codice fiscale italiano, è possibile aggirare le norme sui flussi migratori e quelle che regolano il mercato del lavoro. Nonché l’accesso alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale (Ssn).

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