A oltre un mese dalla fine dell’inverno, facciamo chiarezza su quelle che sono le temperature da tenere in casa.
L’inverno è una stagione che mette a dura prova la nostra resistenza al freddo. Le giornate si accorciano (sebbene adesso siamo già nella fase in cui si stanno allungando), le temperature scendono e il nostro istinto ci porta a cercare rifugio nel calore della nostra casa.
Ma, in questo nostro tentativo di creare un ambiente confortevole, potremmo in realtà stare commettendo degli errori che hanno ripercussioni non solo sulla nostra salute ma anche sull’ambiente e sulle nostre finanze.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le direttive del Governo italiano, la temperatura ideale all’interno delle nostre abitazioni durante i mesi invernali dovrebbe situarsi tra i 18° C e i 22° C. Questa raccomandazione nasce dalla necessità di bilanciare il comfort personale con la responsabilità ambientale e il benessere fisico.
Nonostante queste indicazioni, molte persone tendono a superare questi limiti, spingendo il termostato fino a raggiungere temperature tropicali di 28/30 gradi all’interno delle proprie case. Questa pratica non solo ha un impatto negativo sull’ambiente, a causa dell’aumento dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra, ma può anche avere conseguenze sulla salute degli individui.
Gli sbalzi termici tra l’interno riscaldato delle nostre case e l’esterno freddo possono infatti favorire l’insorgenza di malattie da raffreddamento, infezioni virali o forme batteriche. Inoltre, ogni grado aggiuntivo oltre i 20° C comporta un aumento del consumo energetico del 7% circa; ciò si traduce in bollette più elevate per il riscaldamento.
Ma la gestione della temperatura domestica non è l’unica variabile da considerare per garantire un ambiente salubre durante l’inverno. L’umidità gioca anch’essa un ruolo fondamentale nel mantenere condizioni abitative ottimali. Un livello adeguato di umidità – raccomandato tra il 40% e il 50% – può prevenire problemi alle vie respiratorie causati dall’aria troppo secca.
Per raggiungere questi livelli ottimali di umidità è possibile utilizzare deumidificatori o semplicemente posizionare contenitori d’acqua sui termosifoni. È importante anche tenere conto delle diverse esigenze termiche delle varie stanze della casa: mentre aree come soggiorno o camere da letto possono beneficiare di temperature intorno ai 20-22 gradi per massimizzare il comfort durante le ore trascorse al loro interno; cucina e bagno potrebbero richiedere impostazioni leggermente inferiori per compensare la loro naturale umidità più elevata.
Un altro aspetto cruciale per mantenere una buona qualità dell’aria interna durante i mesi freddi è garantire una corretta ventilazione degli ambienti. Sebbene possa sembrare controintuitivo aprire le finestre quando fuori fa freddo, farlo regolarmente permette di ridurre significativamente la concentrazione di agenti patogeni nell’aria domestica.
Adottando queste pratiche consigliate dall’OMS e dalle autorità nazionali non solo contribuiremo alla salvaguardia dell’ambiente riducendo consumi energetici ed emissioni nocive ma proteggeremo anche la nostra salute fisica ed economica attraverso scelte consapevolmente sostenibili.