Ventuno gruppi di malattie estremamente eterogenee, diffuse in particolar modo nelle aree tropicali più povere. A causarle sono una varietà di agenti patogeni, tra cui virus, batteri, protozoi, elminti, funghi e tossine.
Parliamo delle cosiddette malattie tropicali neglette (da negletto, un termine che sta per trascurato) protagoniste di un ampio dossier elaborato da Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, e da Iss, l’Istituto superiore di sanità.
“Abbiano temuto l’arrivo di un nuovo invincibile patogeno – ha spiegato Anna Teresa Palamara, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss – quando dalla remota provincia di Panzi giungevano notizie sulle migliaia di casi, ad oggi 3.512, e degli 80 morti che sono stati in realtà provocati dalla malaria, che soprattutto nei bambini con meno di 5 anni è diventata letale”. Il riferimento è alla famigerata malattia misteriosa che si stava diffondendo in Congo, nell’area di Panzi, appunto.
Delle 21 che compongono il mosaico del gruppo delle malattie neglette la maggior parte è direttamente trasmessa nel territorio italiano, anche se il numero esatto è difficile da quantificare. Fra queste la dengue, di cui nel 2024 si sono registrati 693 casi di cui 213 autoctoni, una cifra mai raggiunta prima. Sono invece 15 i casi di chikungunya, tutti di importazione, anche se negli anni passati si sono verificati dei focolai autoctoni di questa patologia.
Dengue e chikungunya fanno parte delle arbovirosi, malattie causate da virus trasmessi da vettori artropodi (come per esempio zanzare, zecche e flebotomi). Esse sono già soggette a una sorveglianza specifica nel nostro paese, ma non sono le uniche presenti tra le malattie neglette. Toccano quota 600 i casi diagnosticati dal 1998 di malattia di Chagas, trasmessa da cimici e potenzialmente letale.
Centinaia anche le persone colpite in Italia dalla strongiloidosi, malattia provocata da un verme nematode parassita di piccolissime dimensioni. Finora si stima siano almeno 4-5 mila le persone colpite in Italia da queste malattie. “Non serve cercare la vittoria a tutti i costi contro tutti gli agenti patogeni che ci saranno sempre e continueranno a circolare. – ha continuato Palamara – Dobbiamo sorvegliare la loro circolazione ed attivarci quando necessario”.
La questione ruota attorno al fatto che le malattie tropicali neglette sono legate alla povertà ed al disagio sociale. Colpiscono popolazioni a basso reddito che vivono spesso in aree rurali e lontane dai servizi sanitari. Alcune patologie presenti in Italia come la malattia di chagas, la lebbra, la leishmaniasi, la schistosomiasi, dengue e l’echinococcosi cistica prese singolarmente non costituiscono una priorità di salute pubblica. Ma, se considerate tutte insieme, hanno un impatto sanitario globale che è pari a più famose malattie infettive come le 3 big killers. Ovvero l’infezione da Hiv/Aids, la tubercolosi e la malaria.
“Durante la pandemia – ha concluso il presidente dell’Aifa Robert Nisticò – in molti Paesi trattamenti e assistenza hanno subito gravi interruzioni. Ora è il momento di rilanciare i programmi su sicurezza dell’acqua, servizi igienico sanitari e accesso all’assistenza sanitaria. Prevedendo nel contempo forme di sostegno internazionale alla ricerca di nuove e più efficaci terapie”.