“Oggi saremmo sicuramente più pronti” se dovesse arrivare un’altra pandemia. “Anche perché c’è un piano pandemico che verrà aggiornato da questo governo”.
A parlare è Marco Lisei, senatore di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Covid, contattato da Notizie.com nel giorno di un anniversario importante: oggi, 29 gennaio, sono trascorsi 5 anni dal ricovero della coppia cinese originaria della provincia di Wuhan, allo Spallanzani di Roma.
Il 29 gennaio 2020 il Sars-Cov-2, virus che scatena la malattia Covid-19, entrò per la prima volta in Italia e in Europa. Ci siamo chiesti quindi, cosa accadrebbe oggi nella stessa circostanza e cosa il nostro Paese ha imparato da questa esperienza che ha segnato la vita di tutti. “Oggi saremmo sicuramente più pronti. Anche perché c’è un piano pandemico che verrà aggiornato da questo governo. Verrà anche attuato. Il governo ha stanziato risorse. Molte strutture si sono adeguate anche ad affrontare una crisi pandemica“, ha dichiarato Lisei.
Lisei (FdI) a Notizie.com: “Il piano pandemico va aggiornato continuamente”
“Completamente pronti, forse ancora no: ci sono strumenti che vanno ancora affinati, ma saremmo molto più pronti rispetto al passato”. Ma si può essere completamente pronti? “Il piano pandemico e le procedure vanno sempre aggiornate ed adottate. La prontezza è un processo di aggiornamento continuo. Si pensi anche alla lavorazione dei dati, che sono indispensabili per le scelte amministrative”.
La commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dal Covid e sulle misure adottate per prevenire ed affrontare l’emergenza, è nata con l’obiettivo di imparare dagli errori passati.
“Abbiamo cercato di recuperare il tempo perso – spiega Marco Lisei – e stiamo lavorando per garantire operatività. Abbiamo svolto oltre trenta audizioni per una ricognizione iniziale, ascoltando le impressioni dei soggetti coinvolti direttamente, dai familiari delle vittime, ai medici, fino alle forze dell’ordine. Tutti ci hanno riferito che il sistema non era pronto ad affrontare la pandemia”.
Nelle ultime settimane è venuto fuori il tema degli sperperi nell’approvvigionamento dei dpi, e più in generale della gestione: “Sentenze abbastanza gravi hanno condannato lo Stato italiano. Porteremo avanti entrambi i filoni. Continueremo col lavoro che stiamo facendo, per dare una risposta ai cittadini italiani, come hanno fatto Gran Bretagna e Usa, indagando a 360 gradi su quanto accaduto e su come lo Stato ha reagito”.
E mentre sono in corso i procedimenti penali, proprio ieri il giudice di pace di Alessandria Paolo Olezza ha stabilito che alcuni cittadini ricorrenti hanno diritto a un risarcimento di dieci euro per “danno non patrimoniale” per le norme anti-Covid ingiuste. “Credo che sia in corso un dibattito giurisprudenziale non ancora maturo. Vedremo come maturerà”, dichiara Lisei, in riferimento anche ad altre sentenze.
Le multe annullate ai no-Vax
A dicembre, il Consiglio dei ministri ha annullato le multe ai no-Vax nel decreto Milleproroghe. “Quella cancellazione va incontro a due esigenze. La prima: evitare allo Stato procedimenti di riscossione di sanzioni inefficaci, più onerosi che produttivi di un’entrata. La seconda: anche all’opposizione, abbiamo sempre criticato quelle sanzioni, ritenendo che potessero influire nella scelta delle persone di non vaccinarsi – dichiara ancora Lisei – A maggior ragione per un vaccino provato in fase emergenziale, quindi che non aveva le stesse garanzie e caratteristiche di sicurezza degli altri. Tant’è vero che purtroppo molti hanno manifestato danni da vaccino e ci sono morti. Che siano pochi, è un dato di fatto che dava meno garanzie rispetto ad altri vaccini”.
Dall’esperienza del Covid, “abbiamo imparato tanto. Ce l’hanno detto anche gli auditi. Lo Stato era impreparato ad affrontare una pandemia. Tutti i soggetti coinvolti, anche istituzionali, hanno dovuto lavorare senza gli strumenti normativi e di struttura idonei. Credo – e questo sarà oggetto di altre indagini della Commissione – che questo nasca dall’assenza di un piano pandemico non adottato. Il nostro sistema non sapeva come comportarsi e ha reagito con grande spirito di sacrificio in ogni sua articolazione dello Stato, adoperandosi in tutti i modi per sopperire a queste carenze. Ciò ha determinato, soprattutto nella prima fase, una reazione non tempestiva”.