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Politica

Santanchè, il processo Visibilia resta a Milano: ecco cosa rischia ora la ministra

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Enrico Nocera

La Suprema Corte rigetta la questione di competenza territoriale in favore di un trasferimento del processo a Roma. L’udienza riprende il 26 marzo nel capoluogo meneghino.

Santanchè, il processo Visibilia resta a Milano: ecco cosa rischia ora la ministra (ANSA FOTO) – notizie.com

Il processo relativo all’inchiesta Visibilia vede, tra le altre cose, la ministra del Turismo imputata di truffa ai danni dell’Inps. La Corte di Cassazione ha stabilito che non sussiste competenza territoriale da parte della procura di Roma, questione che era stata sollevata dagli avvocati della difesa.

Secondo il legale Nicolò Pelanda, difensore di Santanché, Roma è il luogo dove si trovano i server dell’Inps. E, soprattutto, è la città dove è stato effettuato il primo pagamento a uno dei dipendenti Visibilia relativo alla cassa integrazione. Il conto bancario risulta infatti aperto in una filiale capitolina. La procura di Milano e il pg della Cassazione sono invece di avviso opposto: la presunta truffa contestata alla ministra sarebbe avvenuta con “una condotta continuata su tutti i dipendenti” e, infine, con l’ultimo pagamento su un conto a Milano.

Perché il processo resta a Milano?

La competenza è perciò da ritenere appannaggio del capoluogo lombardo. La gup, Tiziana Gueli, in sede di udienza preliminare lo scorso 23 ottobre aveva trasmesso gli atti alla Cassazione per dirimere la questione. Anche in virtù di quanto previsto dalla riforma Cartabia in materia di trasferimento di atti e competenze territoriali da parte delle varie procure.

Per la ministra Santanché si apre ora lo scenario di un nuovo rinvio a giudizio. Secondo l’accusa, i contributi della casa integrazione covid a zero ore sarebbero stati chiesti e ricevuti per 13 dipendenti del gruppo Visibilia. Dipendenti che, nel frattempo, sarebbero però stati tenuti al lavoro in smart working. Il danno all’Inps ammonterebbe a oltre 126mila euro.

Di cosa è accusata Santanché? Le ipotesi dei pm

Secondo l’ipotesi dei pm Marina Gravina e Luigi Luzi, Santanché – assieme al compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia – sarebbe stata consapevole di aver ottenuto “indebitamente la cassa integrazione in deroga “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia covid. Alla ministra viene imputato dai pm di aver dichiarato falsamente che quei dipendenti fossero a zero ore. Mentre, in realtà, svolgevano le “proprie mansioni” in smart working.

Intanto, sul fronte politico, è stata calendarizzata la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle contro la ministra del Turismo. Sarà discussa alla Camera dei deputati lunedì 10 febbraio. È quanto emerge dal calendario dei lavori dell’assemblea di Montecitorio. Il voto sulla mozione è previsto per martedì 11 febbraio, nel pomeriggio.

Dal canto suo, Santanché ha fatto sapere a più riprese che non ha nessuna intenzione di dimettersi dall’incarico di ministra. A meno che non sia la stessa Giorgia Meloni a pretendere un suo passo indietro. Un pezzo di partito mi vuole fuori? Chi se ne frega, ha dichiarato la ministra durante una sua trasferta a Gedda, in Arabia Saudita. “Ho pochi amici e ho sempre contato solo su me stessa”. Salvo poi aggiungere: “Se il mio presidente del Consiglio mio chiedesse di dimettermi, non avrei dubbi”.

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Enrico Nocera