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La Chiesa di San Francesco ad Amatrice risorge dalle ceneri del terremoto: tutto quello che c’è da sapere sul gioiello del Trecento

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Matteo Fantozzi

L’Art Bonus è stato approvato per la chiesa di San Francesco ad Amatrice, i fondi permetteranno la ricostruzione dopo il terremoto del 2016.

Chiesa di San Francesco ad Amatrice sarà ricostruita grazie all’Art Bonus: alcune cose da sapere (Youtube HTO.tv) Notizie.com

“Entro la primavera potrebbe essere assegnato l’appalto”, parla così Giorgio Cortellesi, sindaco del Comune in provincia di Rieti. Parole che seguono quelle di Guido Castelli, commissario straordinario al sisma 2016: “È il segnale di un cambio di passo dopo tante false partenze“. Il Ministero della Cultura ha siglato un protocollo insieme a Intesa Sanpaolo, alla Struttura Commissariale Sisma 2016 e al Comune stesso di Amatrice.

Castelli ha definito la ricostruzione della Chiesa di San Francesco “un progetto che riporta speranza. Nell’ultimo anno sono stati liquidati il 56% dei lavori assegnati, per un valore totale di un miliardo e mezzo di euro“. Una chiesa che è il centro gravitazionale del Comune e punto di riferimento per moltissimi fedeli.

Originaria della seconda metà del Trecento, la chiesa ha subito dei gravi danni, come altri edifici di Amatrice, in seguito al terremoto del 2016. O meglio, della sequenza sismica che si verificò tra l’agosto di quell’anno e il gennaio del successivo. Non tutti sono a conoscenza del valore artistico e culturale proprio di questa splendida chiesa.

Chiesa di San Francesco ad Amatrice, alcune cose da sapere

Ci sono alcuni particolari della chiesa di San Francesco ad Amatrice che meritano un approfondimento e ci mostrano come era prima dei lavori di ricostruzione. Come detto, la struttura risale alla seconda metà del Trecento. In quell’epoca era caratterizzata da un portale gotico di marmo con all’interno, nell’abside, degli affreschi del XV secolo.

Chiesa di San Francesco ad Amatrice, alcune cose da sapere (Youtube HTO.tv) Notizie.com

Un patrimonio artistico per il nostro Paese che ci porta indietro al XIII secolo. L’interno a unica navata trova un abside semipoligonale con le pareti corse da dei cordoni decisamente robusti tanto che sopra vi si poggiano mensole configurate in mascheroni.

Tra le opere che troviamo al suo interno c’è l’Albero di Jesse che è opera di un artista marchigiano influenzato da correnti del riminese. Da ricordare è anche il portico di pietra quattrocentesca che ha davvero un valore incommensurabile. L‘altare presente all’interno è intagliato in legno dall’amatriciano Giovan Battista Gigli che risale al Seicento. Insomma un mash up di generi, età e artisti che rendono unica la struttura.

Non molti sanno che inizialmente la chiesa veniva usata come un convento ed era denominata Santa Maria dei Minori Conventuali. La struttura fu chiusa nel 1809 per poi diventare a tutti gli effetti una chiesa. Rimane poco della facciata che era decorata in stile romanico-gotico con uno splendido portale marmoreo dove c’era nella lunetta una sequenza in terracotta con Maria, il Bambino e gli angeli in adorazione. Anche nei tempi che furono non era solo luogo di culto, venivano effettuate delle masterclass di musica classica con la possibilità anche di esibizioni nel teatro.

Il terremoto e la voglia di risorgere

La serie di terremoti che si sono verificati, come già anticipato, tra il 2016 e il 2017 hanno portato via molto di questa immensa opera e costretto a lavorare sulla ricostruzione. Oggi il restauro è stato approvato e ci restituirà la maggior parte di quello che un tempo potevamo osservare.

Il terremoto e la voglia di risorgere (Youtube HTO.tv) Notizie.com

Il Ministero della Cultura ha rilasciato una comunicazione in merito, specificando: “L’Italia appenninica è quella straordinaria terra di confine da sempre abituata a convivere con calamità naturali ed eventi tellurici. Con la caparbietà e la generosità tipica delle sue genti, l’Italia appenninica, di cui Amatrice è modello e simbolo, ha saputo reagire, e con l’aiuto delle istituzioni si è sempre rialzata nella convinzione che il futuro è possibile solo facendo tesoro del passato”.

E speriamo che si possa tornare alle vecchie abitudini quando ogni estate, per fare un esempio, prendeva il via CinemAmatrice, una manifestazione durante la quale venivano proiettati all’aperto dei film italiani con la presenza di ospiti molto prestigiosi e la promozione anche di lavori locali. Nel passato invece veniva organizzata la “moderna Amatrice medievale” per rievocazioni storiche e attività come per esempio la battitura della moneta.

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Matteo Fantozzi