Versamenti bancomat non dimenticare di poter dimostrare tutto, cosa accade se l’Agenzia delle Entrate fa un controllo.
Molti temono che l’Agenzia delle Entrate possa chiedere conto di alcuni versamenti, anche se sono passati dei mesi e senza essere più in possesso della documentazione. L’obiettivo di oggi è quello di capire tutto quello che si può fare in caso di un accertamento e come difendersi.
Non tutti lo sanno, ma l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere chiarimenti sulla provenienza di alcune somme, ma perché accade? Secondo l’articolo 32 del D.P.R n.600/1973, i versamenti che non sono stati giustificati possono essere considerati ricavi non dichiarati.
Come abbiamo già detto, se i soldi depositati in banca non sono stati indicati nella dichiarazione dei redditi, il contribuente deve necessariamente fornire i dettagli. Ovviamente ci sono dei casi in cui tutto questo non avviene, come ad esempio quando ci si trova davanti a somme esigue che non sono soggette a tassazione, per intenderci se il denaro è frutto di una donazione, quando il ricavato è dettato da una vendita di beni usati o quando si riceve un risarcimento.
In alternativa, ci sono anche quelle somme che risultano essere già tassate alla fonte, come ad esempio quelle delle vincite. Il contribuente deve poter dimostrare tutto e non basta la prova orale. Il correntista è tenuto a fornire una prova analitica e documentata per ogni versamento. Attenzione, però, non tutti lo sanno ma i controlli bancari hanno anche dei termini di decadenza, cosa significa? Finiti questi l’Agenzia delle Entrate non potrà procedere con altri accertamenti e, dunque, non si potranno chiedere chiarimenti a chi possiede quel conto. Anche in questo caso i termini non sono sempre gli stessi, ma è bene sottolineare che variano in base alla presentazione o meno della dichiarazione dei redditi. Proviamo a fare qualche esempio in caso di dichiarazione infedele, ovvero se chi ha proceduto ha omesso alcune somme, il termine dei controlli è da inserire al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione è stata presentata. Caso diverso invece per la mancata presentazione del documento, in questo caso il termine per i controlli è previsto il 31 dicembre del settimo anno successivo.
Bisogna, in questo caso calcolare otto anni. In ogni caso se il contribuente non riesce a dimostrare la provenienza del denaro contante versato sul conto, le sanzioni sono rappresentate dal primo caso recupero e tassazione delle somme in questione, in questo verranno tassate secondo l’aliquota IRPEF applicabile al reddito del contribuente oppure sono previste sanzioni del 70% dell’importo con un minimo di 150 euro.