Dai media russi è descritto in queste ore perlopiù come il capo della Federazione pugilistica della Repubblica Popolare di Donetsk (Dpr). Ma in realtà Armen Sarkisyan era molto di più.
Fondatore di formazioni armate paramilitari illegali, tra cui la più nota ArBat, impiegata nella guerra in Ucraina, Sarkisyan (o Sargsyan o Sarkisian o Gorlovsky) è stato ucciso poche ore fa a Mosca, capitale della Russia, nel corso di un attentato.
“Nonostante l’assistenza medica fornita, una delle vittime è morta in ospedale“, ha affermato in una nota la sezione moscovita del Comitato investigativo. Anche altre persone sono state ferite nella deflagrazione che ha sventrato l’atrio del complesso residenziale Alye Parusa, nel nord-ovest della città. Non è chiaro se una delle guardie del corpo di Armen sia rimasta uccisa. Ciò che è certo è che le autorità hanno aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio, tentato omicidio e traffico illegale di armi.
Sarkisyan, morto in ospedale a seguito delle ferite riportate, a dicembre 2024 era stato accusato formalmente in contumacia dal Servizio di sicurezza dell’Ucraina (Sbu). Secondo quest’ultimo, aveva partecipato a formazioni armate o paramilitari illegali. E aveva assistito tali formazioni in operazioni di combattimento contro le forze armate di Kiev. Lo Sbu aveva precedentemente accusato Sargsyan di aver reclutato prigionieri per combattere in Ucraina, di aver collaborato con le forze di sicurezza russe e di aver creato l’Arbat, o Battaglione armeno.
Il gruppo Arbat ha combattuto contro l’esercito ucraino nell’area di Toretsk, nella regione di Donetsk, e nella regione russa del Kursk. Sarkisian, 46 anni, era nato in Armenia ma in gioventù si era trasferito in Ucraina, a Horlivka (o Gorlovka), in quello che oggi è il Donetsk occupato dai russi. L’ultimo incarico ufficiale conferito a Sarkisian è stato quello di capo della Federazione di boxe del Donetsk, conferitogli alla fine del 2023.
Nel 2014 Sarkisian è sospettato di essere stato l’arruolatore dei titushki, gli spietati killer pagati per intimidire con ogni mezzo i manifestanti di Maidan a Kiev, nel 2014. Le autorità ucraine lo ricercavano da dieci anni, con un mandato di cattura internazionale, come mandante di omicidi. Nel 2022 ha fonda il battaglione armeno ArBat, con mercenari ed ex galeotti inviati combattere al fianco delle forze russe in Ucraina. Dopo avere combattuto nell’Ucraina orientale il battaglione ArBat è stato trasferito nella regione russa di Kursk, per dare manforte alle truppe di Mosca contro l’offensiva ucraina in corso da agosto.
Diametralmente opposta la narrazione dei media russi sul nome di Armen Sarkisyan. Sul sito dell’agenzia di stampa russa Tass si legge che il 46enne “nel 2022 ha creato l’Arbat Volunteer Battalion, che inizialmente aveva lo scopo di difendere Gorlovka dalle forze armate ucraine. Ha fatto beneficenza ai bisognosi e ha aiutato a riparare il Children’s Social Center di Gorlovka. È stato insignito dell’Ordine del coraggio ed è stato cittadino onorario di Gorlovka”.
A ricordarlo è stato lo stesso sindaco di Gorlovka Ivan Prikhodko. “Il battaglione ha svolto un ruolo chiave nel garantire la sicurezza sul territorio della Repubblica Popolare di Donetsk, partecipando a numerose operazioni per combattere il terrorismo ucraino“, ha detto il primo cittadino. Secondo la Tass le autorità ucraine erano sulle tracce di Armen, citato anche nel database del Ministero dell’Interno ucraino. Sarkisyan era ricercato per aver fornito “assistenza alla Russia”.
Un nuovo attentato, dunque, ha scosso la capitale russa dopo l’attentato del 17 dicembre scorso in cui ha perso la vita il generale Igor Anatolievich Kirillov, comandante delle truppe di difesa nucleare, chimica e biologica (Cbr) delle forze armate. Ucraina, Regno Unito e Usa avevano accusato più volte Kirillov di aver utilizzato armi chimiche nel corso del conflitto in Ucraina. Tanto da essere prima sanzionato e poi condannato proprio ieri in contumacia da un Tribunale di Kiev. A sua volta, però. Kirillov aveva accusato l’Ucraina di aver prima realizzato in laboratorio e poi utilizzato in segreto armi chimiche mascherate da proiettili fumogeni.