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Cronaca

Le pratiche d’oro del click day, ecco come con il decreto flussi si entrava in Italia: velocità e soldi alla mano, si può tutto

Published by
Francesco Ferrigno

A 5 secondi era molto probabile che le pratiche venissero accettate. Già oltre il minuto diveniva pressoché impossibile “entrare”. La parola d’ordine, perciò, era velocità.

Le pratiche d’oro del click day, ecco come con il decreto flussi si entrava in Italia: velocità e soldi alla mano, si può tutto (CARABINIERI FOTO) – Notizie.com

Non c’era tempo da perdere durante il click day. Era necessaria un’organizzazione perfetta e ben strutturata. Del resto, ogni pratica valeva oro: tra i 6 ed i 7mila euro. Pagati da chi, dall’altro lato del mondo, aveva il sogno di vivere e di lavorare in Italia.

È il secondo capitolo dell’inchiesta dell’Antimafia di Salerno e dell’Antiterrorismo nazionale incentrata sulle infiltrazioni nel decreto flussi per favorire l’immigrazione clandestina in Italia. All’alba di oggi carabinieri e guardia di finanza hanno fatto scattare un nuovo blitz. 36 le persone indagate a vario titolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio.

Una macchina che macinava milioni di euro

Nel luglio scorso il pm salernitano Giuseppe Borrelli ha già coordinato un’operazione simile. 53 in quel caso gli indagati. I carabinieri, agli ordini del tenente colonnello Marcello Egidio, hanno però continuato a scavare, trovandosi di fronte ad una macchina che macinava milioni di euro. Bisogna ricordare che tutto è cominciato a giugno 2024, quando la premier Giorgia Meloni ha consegnato nelle mani del procuratore nazionale dell’Antimafia e dell’Antiterrorismo Giovanni Melillo un esposto sull’applicazione degli ultimi decreti flussi.

Pratiche anomale, dati abnormi provenienti in particolare dal sud ed un’ipotesi: “qualcuno” stava sfruttando il click day del decreto flussi come canale per l’immigrazione clandestina. Dopo circa un mese, il primo riscontro in Campania, ed altre attività in vari punti del Paese. Ma è proprio a Salerno che si concentra l’attenzione delle autorità. A luglio scorso si è aperto il vaso di Pandora. Oggi, nuove conferme e rivelazioni. A partire dal fatto che a procacciare persone in India, Bangladesh e Marocco disposte a pagare migliaia di euro per arrivare in Italia erano i loro stessi connazionali, in cambio di una percentuale.

Una macchina che macinava milioni di euro (GUARDIA DI FINANZA FOTO) – Notizie.com

Per comprendere fino in fondo il fenomeno bisogna specificare come funziona il click day. Il decreto flussi prevede una giornata precisa in cui un certo numero di lavoratori stranieri possono presentare domanda per lavorare in Italia. Per la pratica sono necessari, ovviamente, i documenti dello straniero ma, soprattutto, la disponibilità di un’azienda strutturata e solida nel nostro Paese. Si badi bene: c’è bisogno della sola “promessa” di un contratto di lavoro.

L’associazione criminale sgominata oggi si infiltrava proprio nelle pieghe del decreto. Tra gli indagati ci sono funzionari compiacenti come funzionari pubblici dell’Ispettorato del Lavoro e addetti ai Caf, fondamentali certo. Ma altrettanto importante era il lavoro dei procacciatori di aziende, che dovevano prestare il proprio nome ed il proprio fatturato per il buon esito delle pratiche, e di persone in grado di pagare la salatissima quota da corrispondere ai vari gangli dell’organizzazione. Documenti aziendali spesso edulcorati poiché molte società in realtà non avevano i requisiti per partecipare al click day.

In un’intercettazione agli atti dell’inchiesta che Notizie.com è stata in grado di visionare si parla di migliaia di euro per pagare i padroni. E i padroni erano proprio i datori di lavoro compiacenti, specialmente di aziende agricole o edilizie. Gli stranieri a quel punto venivano “piazzati” in varie aziende tra le province di Napoli e Salerno, a Capaccio, Boscoreale, Castellammare di Stabia. Poi, come accennato sopra, bisognava essere veloci.

In pochi anni l’organizzazione è riuscita a far arrivare in Italia quasi 2mila stranieri

Il capo dell’organizzazione afferma di avere a propria disposizione centinaia di operatori e altrettanti computer a disposizione. E il sistema funzionava. Nei primissimi secondi del click day bisognava inviare quante più pratiche possibile prima dell’esaurimento delle quote previste. A chiudere il cerchio altri soggetti che si sarebbero occupati di riciclare i proventi illeciti raccolti dai cittadini stranieri, spesso a fronte dell’emissione di false fatture di copertura.

In pochi anni l’organizzazione è riuscita a far arrivare in Italia quasi 2mila stranieri (CARABINIERI FOTO) – Notizie.com

Ecco quindi i dati abnormi di cui parlava il governo. È in questo modo che in pochi anni l’organizzazione è riuscita a far arrivare in Italia quasi 2mila stranieri. Che una volta giunti nel nostro Paese hanno trovato tutt’altro che un contratto pronto da firmare. Alcuni sarebbero finiti nelle maglie del lavoro nero, altri sono tornati a casa, altri ancora sono diventati invisibili. Ma questa è un’altra storia sulla quale è al lavoro la Procura Antimafia.

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Francesco Ferrigno