Almasri, è caos tra Roma e Aia. La Cpi: “Al momento nessuna inchiesta contro i funzionari italiani”. L’analisi della capogruppo Pucciarelli

Al momento non c’è alcun caso contro alcun funzionario italiano”. L’ufficio del procuratore dell’Aia smentisce l’indagine contro il governo italiano. 

Sullo sfondo i ministri della Giustizie e dell'Interno Carlo Nordio e Matteo Piantedosi in Aula durante le informative sul caso Almasri. In primo piano la premier Giorgia Meloni
Almasri, è caos tra Roma e L’Aia. La Cpi: “Al momento nessuna inchiesta contro i funzionari italiani”. L’analisi della capogruppo Pucciarelli (Ansa Foto) – notizie.com

La conferma di quanto dichiarato da fonti del governo italiano alle agenzie di stampa arriva quindi anche dalla Cpi. Nessuna indagine è in corso nei confronti della premier Giorgia Meloni e dei ministri della Giustizia e dell’Interno Carlo Nordio e Matteo Piantedosi per aver ostacolato “l’amministrazione della giustizia ai sensi dell’articolo 70 dello Statuto di Roma”. 

La notizia era circolata su altri media nella mattinata di oggi, giovedì 6 febbraio. Il caso ovviamente, è quello del generale libico Almasri, arrestato, poi scarcerato dalla Corte d’Appello di Roma, infine riportato in Libia a bordo di un aereo di Stato. A scrivere all’Aia sarebbe stato un rifugiato sudanese attraverso i suoi legali. Già nel 2019 aveva raccontato le torture che lui e la moglie avevano subito da Almasri durante la prigionia in Libia. Si chiama Darfur ed ha ottenuto lo status di rifugiato in Francia.

La Cpi aveva diffuso una nota alle agenzie di stampa: “Ai sensi dello Statuto di Roma – il trattato istitutivo della Cpi – qualsiasi individuo o gruppo di qualsiasi parte del mondo può inviare informazioni (che la Cpi definisce “comunicazioni”) al procuratore della Cpi. L’ufficio del procuratore non commenta tali comunicazioni”. E successivamente a Notizie.com, il portavoce della Corte ha poi dichiarato: “Posso solo aggiungere, a nome della Corte, che al momento non c’è alcun caso contro alcun funzionario italiano”.

La smentita era arrivata già dal governo

A quanto pare quindi, sarebbe arrivata una segnalazione da parte di Darfur, ma l’Aia non avrebbe mai aperto un’indagine. Fonti del governo nel pomeriggio avevano fatto sapere alle agenzie di stampa che al momento non c’è alcun procedimento aperto contro l’Italia dalla Corte penale internazionale. E la Procura non ha inviato ufficialmente la denuncia di Darfur né al register né ai giudici, ma ha semplicemente ricevuto una segnalazione via mail.

Contattata da Notizie.com, la senatrice Stefania Pucciarelli, capogruppo della Lega in commissione Esteri e Difesa al Senato, ha dichiarato che in ogni caso “non ci saranno problemi a dimostrare la correttezza delle procedure. Il ministro Carlo Nordio sarà tranquillo nell’esporre la propria posizione nel modo più assoluto”. 

La senatrice della Lega Stefania Pucciarelli durante un evento pubblico
La smentita era arrivata già dal governo (Ansa Foto) – notizie.com

Ieri, mercoledì 5 febbraio, è stato il giorno delle informative in Parlamento del Guardasigilli e del capo del Viminale. Il ministro della Giustizia ha fatto presenti alcuni vizi di forma nel mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale, a partire da un’incongruenza nelle date in cui Almasri avrebbe commesso i reati e nella parte dispositiva finale.

Nel provvedimento c’era un vizio di forma. La Corte stessa aveva proceduto a emanare un altro provvedimento che però era differente dal primo“, aggiunge Pucciarelli. La decisione era stata presa dalle giudici Iulia Antoanella Motoc (presidente), da Reine Adélaïde Sophie Alapini-Gansou e da María del Socorro Flores Liera. L’atto è stato votato il 18 gennaio a maggioranza, in quanto Socorro Flores Liera ha dissentito dall’opinione dell’accusa.

Pucciarelli (Lega) a Notizie.com: “Almasri arrestabile solo in Italia: sembra una trappola”

Insomma, i giudici erano in disaccordo tra loro. “Il ministro della Giustizia, come lui stesso ha dichiarato ieri in Aula, non è un passacarte. L’articolo 2 della legge 237 cita che i rapporti di cooperazione tra lo Stato italiano e la Cpi sono curati dal Guardasigilli – aggiunge Pucciarelli – Che quindi, non trasmette solo gli atti, ma ha la competenza di ricevere le richieste della Corte e dargli seguito. Ma il processo non è automatico, perché deve analizzare le carte. In questo caso, ravvisando incongruenze, il ministro Nordio si è posto qualche domanda. E anche qualcun altro ha ravvisato anomalie, infatti è stato scarcerato”. 

La senatrice della Lega prende le difese anche del ministro dell’Interno: “La decisione di riportare in Libia Almasri può essere politica. Ma si tratta di altro”. Nel mirino, ancora una volta le tempistiche della richiesta di arresto: “Bisognerebbe chiedersi come mai fino a che non è arrivato in Italia c’era solo una richiesta di osservazione. Questi passaggi, nel loro percorso, hanno lasciato basiti. Se questi reati sono stati commessi anni addietro, Almasri doveva essere arrestato anche quando si trovava in Francia e in Germania. Non si capisce come mai sia diventato arrestabile solo in Italia. Mi è sembrata una trappola”.

La scelta del governo è stata quella di difendere l’interesse nazionale: “La decisione di scarcerare Almasri è stata presa da un Tribunale, non da un ministro“. Poi, l’attacco alle opposizioni e ad alcuni esperti, secondo i quali il governo avrebbe dovuto lasciare alla magistratura la decisione di arrestarlo, ma ha preferito prendere una scelta politica.

La sinistra dovrebbe fare pace con se stessa. In questi due anni di governo, abbiamo rimpatriato circa 190 persone per motivi di sicurezza nazionale. Secondo il principio delle opposizioni quindi, avremmo dovuto tenere Almasri in Italia. Ma siccome era un soggetto potenzialmente pericoloso, abbiamo deciso di riportarlo in Libia – dichiara ancora Pucciarelli rispondendo alle domande di Notizie.com – La decisione divide anche i giuristi. Ma nel caso della sinistra, servirebbe un po’ di coerenza. Si parte infatti, da un memorandum risalente ai temi di Minniti, ministro di centrosinistra, che è continuato con i governo Conte 1, Conte 2 e Draghi. Tutti questi governi hanno avallato l’accordo con la Libia. Perché il problema viene fuori oggi?”. 

L’affondo alle opposizioni: “Campagna elettorale di fronte alla sicurezza nazionale”

La senatrice accusa le opposizioni di fare “campagna elettorale di fronte alla sicurezza nazionale. La sinistra pensa di cavalcare il sentiment dei cittadini ma si sbaglia. Gli italiani hanno già. Quando ci preoccupiamo degli stupri e delle violenze di cui è accusata questa persona, dovremmo essere altrettanto accusatori se gli stupri vengono effettuati in Italia da soggetti di Paesi stranieri. La percentuale è molto alta”.

Dell’indagine poi smentita a carico di Piantedosi, Nordio e Meloni, questa mattina il governo si era difeso. “No comment”, aveva dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Ho molte riserve sul comportamento della Corte su questa vicenda. Forse bisogna aprire un’inchiesta sulla Cpi e avere chiarimento su come si è confermata”. E aggiunge: “Confermo che l’atto inviato all’Italia era nullo e condivido al cento per cento l’operato del ministro Nordio”. 

Anche il Guardasigilli aveva detto la sua a Rai Radio1 nel programma Un Giorno da Pecora: “Credo che ormai in questo mondo tutti indagano un po’ su tutto. Noi abbiamo fiducia nella giustizia umana, o meglio, postulo la giustizia divina perché quella umana spesso è fallibile. Accontentiamoci di quella che abbiamo e vediamo come va”. Ed ha aggiunto: “Ieri si è parlato molto dicendo ‘sì, vabbè, il mandato sarà stato anche sbagliato però quello è un torturatore’. Però se noi seguissimo questo criterio neanche la Corte penale internazionale avrebbe senso, e nemmeno il Tribunale di Norimberga. I Tribunali esistono perché devono rispettare le regole“.

Gestione cookie