Il calo delle vendite di vino si attesta, nel mese di gennaio, intorno al 30 percento. Clienti di ristoranti ed enoteche hanno timore di incappare nelle temute sanzioni del nuovo codice della strada
Un danno non da poco per tutto il comparto vitivinicolo. Settore trainante dell’economia italiana. Secondo l’ultimo censimento Istat, sono oltre 255mila le aziende vinicole presenti su tutto il territorio italiano. Sul numero complessivo dei terreni agricoli nel Belpaese, le vigne occupano ben il 23 percento del totale.
Dati che sottolineano l’indubbia importanza di vino e vigneti in quello che è il comparto agroalimentare della penisola. Confermati anche dalle percentuali sull’export. Basta pensare che, nei primi 7 mesi del 2024, si è registrato un picco record nelle esportazioni: con un valore pari a 4,6 miliardi di euro, in crescita del 4,1 percento sullo stesso periodo del 2023.
Nuovo codice della strada: come condiziona i consumi di vino?
Chiaro che in un settore così strategico per l’economia italiana, le questioni legate all’aspetto delle vendite siano centrali. E proprio qui che si inserisce una vicenda che nell’ultimo mese ha tenuto banco fra produttori, distributori ed esercenti: il nuovo codice della strada, entrato in vigore nel dicembre 2024. E che prevede pene molto più severe nel caso si venga fermati alla guida dopo aver bevuto.
In sintesi: a più di mese dall’introduzione del nuovo codice, i consumi di vino sono calati per paura di incappare in sanzioni non proprio piacevoli? “Rispetto allo stesso periodo del 2024, in questo gennaio 2025 abbiamo registrato un calo di vendite compreso fra il 25 e il 30 percento”. A parlare, ai microfoni di notizie.com, è Stefano Ziantoni: presidente della federazione alimentare Confartigianato in Toscana.
Ziantoni (Confartigianato Toscana) a notizie.com: “La gente ormai ha paura di bere anche solo un calice”
Ziantoni tiene subito a sgombrare dal campo gli equivoci: “Nessuno deve mettersi ubriaco al volante, ma con questa nuova legge non si crea deterrenza. Al massimo si creano nuovi problemi”. Il ragionamento è relativo al fatto che nessun “alcolizzato smetterà di guidare”. Bensì, seguendo le parole del commerciante toscano: la gente ha ormai paura di bere anche un solo calice di vino mentre sta pranzando o cenando al ristorante, per paura di incorrere nell’inasprimento delle pene.
Tanto che in molti, dalle parti di una delle regioni più vocate al vino (e non solo) hanno deciso di organizzarsi autonomamente. Parecchi, secondo le parole di Ziantoni, sono i ristoratori che, dopo cena, offrono un passaggio ai clienti. Iniziative “sparse” che Ziantoni ha proposto di mettere “a sistema”.
“La mia idea – dice Ziantoni – è quella di creare una rete per garantire un servizio all’utenza: coinvolgere le associazioni di categoria, i Comuni, i ristoranti, le cantine, le enoteche. Ognuno per contribuire con una parte economica, che andrà a costituire i contributi per il driver, così da ammortizzare i costi dell’utente che usufruirà del comodo servizio”.
Creare, insomma, una sorta di servizio navette gestito dal pubblico e dal privato. Per permettere, anche a chi gestisce dei ristoranti situati in campagna (quindi poco raggiungibili con mezzi alternativi all’auto privata) di poter tornare a casa in sicurezza.