A parlarne per la prima volta è stato l’economista nonché ex premier italiano Mario Draghi. Subito dopo gli ha fatto eco la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Il 28esimo regime potrebbe presto essere una realtà per l’intera Unione Europea. Un’Europa chiamata non solo a razionalizzare i regimi fiscali, ma anche a rendere a prova di frode le stesse normative. Oggi il tema è stato nuovamente affrontato dal commissario europeo alla Fiscalità Wopke Hoekstra.
Il concetto è intuitivo e riguarda il fatto che attualmente le imprese italiane ed europee devono barcamenarsi tra i 27 diversi regimi dei Paesi membri. L’obiettivo è ridurre i costi dei fallimenti, regolarizzare le insolvenze, il lavoro e le tassazioni. Si tratta di un’area di intervento individuata da Draghi che semplificherebbe le norme applicabili. Compresi gli aspetti d’interesse di diritto societario, diritto fallimentare, diritto del lavoro e diritto tributario. In tal modo le imprese innovative potranno fruire di un unico complesso di norme ovunque investano e operino nel mercato unico.
Oggi gli eurodeputati della sottocommissione per le questioni fiscali hanno anche chiesto maggiori dettagli a Hoekstra circa le aziende che potrebbero rientrare nel 28esimo regime. Il commissario ha anche ribadito il suo impegno per una tassa sui servizi digitali e per la revisione della direttiva anti-elusione fiscale. Infine, sono state poste domande sulle tempistiche per la revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia e della direttiva sul tabacco, nonché sulle sfide per l’istituzione di una tassa sui miliardari e per la creazione di un quadro fiscale per il settore finanziario.
“Bisogna semplificare e rendere a prova di frode le leggi fiscali dell’Ue, – ha detto Hoekstra – riformare ulteriormente le norme sull’Iva, favorire l’energia rinnovabile attraverso la politica fiscale e affrontare meglio il divario fiscale sarebbero state alcune delle sue principali priorità. Sebbene il ritiro unilaterale degli Stati Uniti dall’accordo su una tassa minima globale sulle multinazionali è deplorevole, l’Ue non dovrebbe deviare dal suo percorso di attuazione dell’accordo“.
Numerosi parlamentari europei hanno chiesto poi dettagli su come l’Ue dovrebbe avvicinarsi agli Stati Uniti per quanto riguarda le varie questioni fiscali. Hoekstra ha ribadito che l’Europa dovrebbe mantenere le sue posizioni che si basano su argomenti solidi e impegnarsi in un dialogo costruttivo con l’amministrazione di Donald Trump. Ma, allo stesso tempo, essere pronta a rispondere per difendere le aziende europee. “Vogliamo astenerci dalle guerre commerciali, ma non resteremo inerti se gli Usa intraprendono azioni che ci danneggiano“, ha concluso Hoekstra.