Una delle zone più colpite dalla guerra tra Russia e Ucraina. Il Donbass, e in particolare l’Oblast di Donetsk, conta decine di migliaia di morti a partire dal 2014.
Da ben prima, quindi, che Putin lanciasse quella che in Russia viene definita “operazione militare speciale”. È qui che Emergency ha riabilitato e inaugurato tre nuove cliniche di salute primaria. In tutto, sono ora tredici le strutture sanitaria che l’ong fondata da Gino Strada ha letteralmente rimesso in piedi sul territorio ucraino nel corso dell’ultimo anno.
Per capire l’importanza di questa operazione bisogna appunto calarsi in quella che è la realtà del Donetsk. Siamo in una delle regioni più remote di tutto l’Oblast, quella di Kramatorsk, dove la popolazione è stata letteralmente decimata nel corso del tempo. Chi, purtroppo, caduto sotto le bombe e i proiettili; chi sfollato dopo i continui attacchi militari.
Il dramma del Donbass: attacchi armati in aumento e ospedali distrutti
Basti pensare che quest’area, nel corso degli ultimi mesi del 2024, ha visto un aumento del 78 percento degli attacchi armati. Non solo: le strutture sanitarie sono ormai quasi del tutto prive di personale medici e infermieristico. C’è chi è comprensibilmente fuggito in zone più sicure; chi è stato letteralmente arruolato negli ospedali civili trasformati, vista la situazione, in ospedali militari. Il risultato è drammaticamente evidente: la popolazione è rimasta sola. Sprovvista anche della più essenziale assistenza medica.
![Una donna anziana e un'operatrice sanitaria](https://www.notizie.com/wp-content/uploads/2025/02/donbass-07022025-emergency0.jpg)
“Nel corso di questo primo anno abbiamo effettuato oltre 2397 prime visite”, afferma Elisa De Checchi, coordinatrice di Emergency per l’Ucraina. “Di tutti i pazienti visitati, più del 40 percento è composto da anziani, persone con disabilità e soggetti particolarmente vulnerabili”. Se l’attenzione sul conflitto russo-ucraino, negli ultimi tempi, si è spostata più sui tentativi di trattative diplomatiche che sulla guerra armata, non significa che la gente abbia smesso di soffrire. Tutt’altro.
La responsabile di Emergency: “Le persone sono abbandonate”
Infatti, prosegue De Checchi, “le vittime ‘collaterali’ di questo conflitto sono coloro che sono rimasti nelle proprie case. A causa di età, disabilità, mancanza di mezzi per spostarsi e insufficienza economica”. Persone che hanno bisogno di parlare, “di non essere abbandonati”, come sottolinea la responsabile di Emergency. È per questo che il progetto della ong si propone di creare una rete di cliniche territoriali.
L’obiettivo è garantire un’assistenza sanitaria di base. Soprattutto in quei villaggi, come dicevamo, situati in aree particolarmente remote dell’Ucraina. Le nuove cliniche aperte nel Donetsk sono state allestite all’interno di container prefabbricati o dentro edifici già esistenti, ristrutturati per l’occasione. L’attività coinvolge un totale di 14 villaggi arrivando a circa 10mila persone.
Il progetto è finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo. “Abbiamo così non solo ripristinato le strutture sanitarie – sottolinea Pietro Pipi, titolare della sede AICS di Kiev – ma anche di formare personale locale e introdurre nuovo modelli di assistenza territoriale”. L’obiettivo, così come sottolineato da Pipi, è “creare soluzioni sostenibili e capaci di funzionare nel tempo”.