La Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo ci obbliga ad alcune riflessioni che possono essere davvero importanti per contrastare questo fenomeno. In Italia il problema è ancora ben evidente.
I dati UNESCO 2024 indicano che uno studente su tre ha dovuto subire delle aggressioni fisiche nell’ultimo anno, si parla di un miliardo di bambini che si sono trovati a dover sopportare qualche tipo di violenza. Un problema che spesso viene sottovalutato e che sta accendendo un grosso dibattito soprattutto nelle scuole e nei luoghi frequentati dai più giovani.
Cristiano Castelnovo, volontario e consigliere dell’associazione ACBS (Associazione contro il bullismo scolastico), ha parlato a Notizie.com facendo un piano di quello che accade in Italia. Una delle cose che colpisce è anche l’età dei ragazzi tra i quali si verificano questi episodi: “La fascia di maggior impatto fino a pochi mesi fa era quella della scuola superiore tra i 15 e i 19 anni. Il problema, invece, che stiamo verificando all’interno della nostra associazione l’età si sta abbassando sensibilmente finendo alle medie inferiori e addirittura alle classi quarta e quinta elementari. Questo è un dato abbastanza inquietante che fa scendere, e di tanto, quelli che sono gli esordi del fenomeno”.
Spesso però ci sono delle mancanze da parte degli istituti stessi. “Le scuole, in gran parte, non sono attrezzate con un docente nominato responsabile del bullismo e che dovrebbe seguire la parte di prevenzione di queste situazioni o piuttosto di contrasto”, aggiunge.
Non solo bullismo
Non si parla però solo di bullismo, un altro aspetto da analizzare da vicino è legato al cyberbullismo, l’esperto aggiunge: “Questo sta prendendo una piega inquietante. I dati ci dicono che nel 2024 un milione di studenti tra 15 e 19 anni hanno subito episodi di cyberbullismo che non è poco pensando al fenomeno. La percentuale maggiore nei ragazzi rispetto che nelle ragazze”.
Ci spiega poi quali sono le modalità in cui si verificano queste situazioni: “Le modalità di aggressione sono legate, per entrambi i sessi, a quello che è una sorta dell’utilizzo in una chat di gruppo. I ragazzi tendono a utilizzare minacce dirette e insulti sui social, le ragazze invece preferiscono forme di bullismo che vengono chiamate indirette con l’esclusione dai gruppi e la diffusione non autorizzata di contenuti personali”.
Cosa porta a essere bulli?
Castelnovo ci spiega: “Il bullo porta con sé sicuramente un disagio che viene dalla famiglia e la vittima lo è per le sue caratteristiche fisiche, per quello che fa. Il bullo individua il suo obiettivo e inizia ad agire sulla persona, fondamentalmente parliamo di una persona che si sente più forte e ha soddisfazione a sottomettere gli altri e che tende a non rispettare le regole se non le sue e questo lo pone in una condizione dominante rispetto al gruppo classe”.
I motivi sono molteplici. “Ma perché il bullo lo fa? Sono una serie di ragioni a muovere, spesso è sottovalutato il fatto che ci troviamo di fronte a una gelosia di quello che la vittima ha e lui non ha“, conclude.