Quattro ragazzi, poco più che bambini, morti per autosoffocamento, quattro famiglie distrutte. La terribile ipotesi è che tutti e quattro abbiano preso parte ad una pericolosa challenge sui social media.
La vicenda viene dal Regno Unito, ma il caso giudiziario si dibatterà negli Stati Uniti. Il Social media victims law center (Smvlc) ha infatti intentato causa per omicidio colposo contro TikTok e la società proprietaria ByteDance presso la Corte superiore dello Stato del Delaware.
L’avvocato Matthew Bergman, fondatore del centro statunitense che rappresenta le famiglie, è intenzionato a trascinare in Tribunale il popolare social media cinese. L’ipotesi è che i quattro ragazzi siano rimasti vittime della cosiddetta blackout challenge che prevede, appunto, pratiche di autostrangolamento. “Non è una coincidenza – ha spiegato il legale – che tre dei quattro bambini morti per autosoffocamento dopo essere stati esposti alla pericolosa e mortale TikTok Blackout Challenge vivessero nella stessa città. E che tutti rientrassero in una fascia demografica simile”.
L’esposto sostiene che Isaac Kenevan (13 anni), Archie Battersbee (12 anni), Julian Sweeney (14 anni) e Maia Walsh (13 anni) siano morti a seguito delle ferite riportate durante la partecipazione alla challenge nel 2022. Tre dei bambini vivevano nella contea di Essex e sono morti a distanza di 45 giorni l’uno dall’altro. Nessuno dei quattro bambini si conosceva.
“L’algoritmo di TikTok – ha continuato Bergman – ha deliberatamente preso di mira questi bambini con contenuti pericolosi per aumentare il loro tempo di coinvolgimento sulla piattaforma. E generare entrate. È stata una decisione aziendale chiara e deliberata da parte di TikTok che è costata la vita a questi quattro bambini”. Nella denuncia si accusa il social di essere un prodotto pericoloso che crea dipendenza e “spingerebbe” video di scherzi e sfide pericolose per i più piccoli.
Bisogna ricordare che negli Usa TikTok si trova già nella bufera. Oscurato per un breve periodo di tempo per questioni di sicurezza nazionale e di protezione dei dati, è poi risultato nuovamente accessibile. In attesa che il presidente Donald Trump addivenga ad una soluzione. Molto probabilmente il social verrà acquistato da uno dei colossi statunitensi della tecnologia.
La questione sollevata dal Social media victims law center non è l’unica a preoccupare gli Usa. Sui social media starebbe spopolando la subway surfing. A New York ha già causato morti, feriti e incidenti soprattutto tra i più giovani. Quella di surfare sulla metropolitana, ovvero salire sul tetto dei treni, è in realtà una pratica che risale a molti anni fa, ma che è tornata in voga in questi anni grazie ai social.