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Cronaca

Caso Almasri, l’Italia è ufficialmente sotto inchiesta della Cpi: “Chiarire i motivi della mancata cooperazione”

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Francesco Ferrigno

L’inchiesta della Corte penale internazionale (Cpi) è dunque ufficialmente in corso. La conferma è giunta direttamente da L’Aia tramite il portavoce della Cpi Fadi El Abdallah.

Caso Almasri, l’Italia è ufficialmente sotto inchiesta della Cpi: “Chiarire i motivi della mancata cooperazione” (CPI FOTO/ANSA FOTO) – Notizie.com

Il caso è quello del comandante libico Osama al Najem Elmasry detto Almasri, accusato dalla Corte di crimini di guerra e contro l’umanità. Almasri nelle scorse settimane è stato prima arrestato in Italia e poi rilasciato e riportato in Libia con un volo di stato.

La vicenda ha generato un corto circuito istituzionale tra Roma e la Cpi, ma non solo. Il governo è oggetto, ancora in queste ore, di durissime critiche da parte delle opposizioni. Questo, nonostante gli interventi in Parlamento dei Ministri Carlo Nordio, alla Giustizia, e Matteo Piantedosi, all’Interno. Dell’indagine della Cpi si era già vociferato nei giorni scorsi, ma era poi stata smentita dalla Corte. Pochi minuti fa il chiarimento.

L’Aia ha aperto una procedura incentrata sull’Italia

L’Aia ha aperto una procedura incentrata sull’Italia in quanto Stato firmatario dello Statuto di Roma (su cui si fonda la Cpi come istituzione internazionale) e non contro uno specifico membro del governo. “La questione del mancato rispetto da parte dello Stato – hanno fatto sapere dalla Cpi– di una richiesta di cooperazione per l’arresto e la consegna da parte della Corte è all’esame della Camera competente, ovvero la Camera preliminare I”.

La Pre-Trial Chamber I, insomma, sta approfondendo le ragioni per cui l’Italia come Stato non ha collaborato con la Cpi. La procedura è stata aperta ai sensi dell’articolo 109, comma 3, del Regolamento della Corte penale internazionale. Non si tratterebbe, insomma, tanto di esaminare le singole responsabilità della vicenda Almasri. Quanto invece di approfondire i motivi che hanno portato lo Stato italiano a non collaborare con L’Aia.

La Cpi: “La Camera I sta esaminando la questione”

Bisogna ricordare che nelle ore in cui il comandante libico si trovava ancora in carcere a Torino, dopo essere stato arrestato dalla Digos, la Cpi aveva addirittura chiesto l’estradizione di Almasri. Poche ore dopo è giunta invece notizia che la Corte d’appello di Roma non ha convalidato l’arresto, giudicandolo irrituale. A quel punto, secondo la versione ufficiale fornita dall’esecutivo, il comandante, considerato pericoloso per la sicurezza nazionale, è stato rimpatriato d’emergenza.

La Cpi: “La Camera I sta esaminando la questione” (CPI FOTO) – Notizie.com

Fino a quando la Camera preliminare I non avrà esaminato la questione e preso una decisione, la Corte non offrirà ulteriori commenti”, hanno chiosato dalla Cpi. Mesi prima del caso Almasri, la Cpi era balzata sulle cronache internazionali per i mandati di arresto emessi nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Secondo i giudici la popolazione della Striscia di Gaza sarebbe stata intenzionalmente e consapevolmente privata di cibo, acqua e medicine. Si tratta quindi di crimini di guerra.

Per tutta risposta nelle scorse ore Trump, in difesa di Israele, ha firmato un ordine esecutivo per irrogare sanzioni contro la Cpi.Nel documento, il presidente Usa ha affermato che l’organismo ha preso provvedimenti “illegittimi e infondati“. Subito dopo 79 Paesi Onu hanno diffuso una dichiarazione a sostegno dell'”indipendenza, imparzialità e integrità” della Cpi, affermando che le sanzioni “aumentano il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciano di erodere lo Stato di diritto internazionale, che è fondamentale per promuovere l’ordine e la sicurezza globale“. Tra i Paesi firmatari della dichiarazione ci sono Canada, Germania, Francia e Norvegia. Non c’è l’Italia.

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