Guerra Russia-Ucraina, a che punto sono i negoziati: il ruolo di Trump, le richieste di Mosca e la risposta di Kiev

L’asse Usa-Russia per porre fine alla guerra in Ucraina si fa sempre più caldo. Se da un lato Mosca, come suo costume, lascia trapelare poco, dall’altro Trump annuncia “progressi”.

Delle riproduzioni grafiche di Putin e Trump

Lo stesso presidente degli Stati Uniti ha annunciato di aver intrattenuto con Putin una conversazione telefonica proprio per negoziare la fine delle ostilità armate. Trump, a bordo dell’Air Force One con i giornalisti, non ha voluto commentare il contenuto della conversazione. “Mi aspetto di avere altri colloqui con lui”, si è limitato a dire.

Certo, la situazione non è così semplice e lineare. Porre fine a un conflitto per certi versi “endemico” tra Russia e Ucraina dopo la fine dell’Unione Sovietica, necessita di sforzi diplomatici non propriamente banali. D’altra parte, lo stesso Putin ha evocato più volte quelle che sono le condizioni imprescindibili affinché l’esercito russo riponga le armi. Andiamo a fare un riepilogo per ricostruire la situazione, in attesa di sviluppi futuri.

Trattative Russia-Ucraina? Le richieste di Putin

La prima richiesta di Putin è stata molto netta: nuove presidenziali in Ucraina. Secondo lo “zar”, Zelensky non è più un presidente legittimo in quanto il suo mandato è scaduto lo scorso 21 maggio. Ciò che ovviamente piacerebbe al presidente della Federazione Russa, sarebbe un presidente ucraino molto meno “filo-occidentale”. La seconda richiesta è infatti correlata, in qualche modo, alla prima: stop all’ingresso di Kiev nella Nato.

Una condizione che, in qualche modo, è anche alla base di quel conflitto che è scoppiato il 24 febbraio del 2022. A tal proposito, Putin vorrebbe raggiungere un nuovo accordo su una nuova architettura di sicurezza in Europa. Il che vuol dire, in sostanza: smantellamento delle forze armate ucraine. E, in particolare, nessuno schieramento di truppe della Nato nel Paese.

Altra annosa questione: il riconoscimento di quelle che Putin chiama “nuove realtà territoriali”. Parliamo, oltre alla penisola di Crimea che la Russia considerava parte integrante del suo territorio già prima della guerra, delle quattro regioni annesse nel 2022. Il Donetsk, il Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Compresa la parte che va oltre le rive del Dnipro, attualmente ancora formalmente in territorio ucraino.

Le intenzioni della Russia e il ruolo della NATO

Ciò che Putin mira a fare è sostanzialmente rendere inoffensivo il ruolo della Nato in Ucraina. Qualunque presenza di truppe, riferisce il presidente russo, sarebbe “inaccettabile. Anche sottoforma di forze di peacekeeping. Tale eventualità provocherebbe un’escalation del conflitto che porterebbe la situazione “fuori controllo”, così come riferito da Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo.

Sul versante statunitense, come detto, Trump non ha rivelato particolari dettagli circa il suo piano per la pace in Ucraina. Si attende, ora, la conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera, dal 14 al 16 febbraio, dove il presidente Usa dovrebbe esporre – tramite l’inviato della Casa Bianca per Russia e Ucraina, Keith Kellog – le sue idee in merito in modo più preciso e circostanziato. Finora, Trump ha minacciato Mosca di ulteriori sanzioni se non si impegnerà in una soluzione per il conflitto.

Resta il fatto che, almeno nelle ultime ora, sembrano essersi aperti dei concreti spiragli per le trattative. Dal canto suo, Zelensky afferma di non puntare a un “congelamento” del conflitto. Tale eventualità, porterebbe “a più aggressioni, ancora e ancora. Sarà la sconfitta assoluta per tutti, per noi come per Trump”. È quanto dichiarato dallo stesso presidente ucraino nel corso di un’intervista rilasciata al Guardian.

La risposta dell’Ucraina: ecco ciò che Zelensky non cederà

Gli spiragli, come dicevamo, ci sono; ma l’Ucraina vuole garanzie, soprattutto alla luce delle condizioni poste da Putin. L’idea non è quella di una resa incondizionata. Anche Kiev ha le sue richieste e, per ora, non ha nessuna intenzione di cedere porzioni di sovranità territoriale. Inoltre: “Se avessi la consapevolezza che l’America e l’Europa non ci abbandoneranno, ci sosterranno e forniranno garanzie di sicurezza, sarei pronto a qualsiasi forma di dialogo”. È quanto aggiunge Zelensky nel corso dell’intervista.

il presidente dell'Ucraina Volodymir Zelensky
La risposta dell’Ucraina: ecco ciò che Zelensky non cederà (ANSA FOTO) – notizie.com

L’Ucraina, insomma, chiede all’Occidente “garanzie di sicurezza”. Per cui sarebbe difficile, alla luce di queste dichiarazioni, accettare per l’Ucraina una soluzione di pace che non contempli un ruolo attivo della Nato sul suo territorio. Su questo punto si gioca la partita più importante, dato che del Patto Atlantico, Putin non vuol sentire nemmeno parlare. Le distanze, in tal senso, sembrano ancora parecchio dilatate.

Le “terre rare” come merce di scambio diplomatica

Che Zelensky guardi a Trump non è certo un mistero. “È essenziale che io incontri Trump prima che lui incontri Putin”, twittò su X Zelensky qualche giorno fa. “Una visita a Kiev del presidente Trump sarebbe un passo necessario”. Incontro che, secondo fonti dell’intelligence Usa, potrebbe avvenire già durante questa settimana. Dalla sua, il presidente ucraino ha un’arma diplomatica non da poco: le terre rare.

Depositi di materiali ferrosi che fanno gola sia agli Stati Uniti che alla Russia. Il titanio, il litio, il manganese, il mercurio, il carbone. Un vero tesoro che Kiev potrebbe decidere di utilizzare come merce di scambio per continuare a ricevere aiuti militari – o comunque “protezione” – da parte dell’Occidente e soprattutto degli Stati Uniti.

Zelensky, insomma, non si dice certo pronto alla resa ma nemmeno si lancia all’attacco. “L’ucraina è aperta alle partnership – afferma – ma le nostre risorse non le consegniamo nemmeno ai più stretti alleati. La cooperazione deve essere reciprocamente vantaggiosa”. Sarà, insomma, la cosiddetta “diplomazia del dollaro” a rendere possibile una pace duratura? Può darsi, ma le soluzioni sembrano comunque tutt’altro che semplici.

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