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Perché click day e decreto flussi continuano a non funzionare: “L’unico strumento per l’ingresso di lavoratori in Italia produce solo irregolarità”

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Francesco Ferrigno

“L’unico strumento che esiste oggi in Italia che permette l’ingresso regolare di lavoratori in realtà produce drammaticamente irregolarità”.

Perché click day e decreto flussi continuano a non funzionare: “L’unico strumento per l’ingresso di lavoratori in Italia produce solo irregolarità” (ERO STRANIERO FOTO/CANVA FOTO) – Notizie.com

A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è Giulia Gori, portavoce della campagna Ero straniero. L’iniziativa, promossa dalle associazioni A Buon Diritto, ActionAid, Asgi, Federazione Chiese Evangeliche Italiane, Oxfam, Arci, Cnca e Cild, ha portato all’elaborazione di un dossier che ha fatto il punto sul click day e sul decreto flussi.

Abbiamo chiesto ai tre Ministeri coinvolti, Interno, Esteri e Lavoro i dati rispetto agli esiti delle ultime due annualità del decreto flussi. – ha spiegato Gori – È emerso che solo una piccola percentuale delle quote di ingressi si è trasformata, alla fine di un lungo e tortuoso iter, in un permesso di soggiorno, quindi in un contratto stabile e regolare e in diritti per il lavoratore che entra in Italia“.

Gori in esclusiva a Notizie.com: “Nel 2024: solo il 7,8% dei lavoratori è stato regolarizzato”

Il cosiddetto click day è la procedura prevista dai decreti flussi con cui si assegnano le quote di ingresso per i lavoratori stranieri in Italia. Una procedura che, stando al report di Ero straniero, continua a dimostrarsi inefficace. L’iter è già da mesi al centro di numerose polemiche, a seguito dell’esposto presentato nel giugno scorso dalla premier Giorgia Meloni su presunte infiltrazioni della criminalità nei decreti. Dalla denuncia sono partite numerose inchieste. L’ultima operazione è stata effettuata il 3 febbraio scorso quando 36 persone sono finite sotto indagine.

Nel 2023 – ha continuato la portavoce della campagna – abbiamo calcolato che solo il 13% delle persone che sono entrate attraverso il decreto flussi è riuscito poi a ottenere un permesso di soggiorno. La situazione è ancora più grave nel 2024: solo il 7,8% dei lavoratori è stato regolarizzato. Questo significa che l’unico strumento che esiste oggi in Italia che permette l’ingresso regolare di lavoratori in realtà produce drammaticamente irregolarità”.

Gori in esclusiva a Notizie.com: “Nel 2024: solo il 7,8% dei lavoratori è stato regolarizzato” (CANVA FOTO) – Notizie.com

Un punto critico del sistema riguarda il lavoro delle ambasciate e consolati italiani nei Paesi d’origine. Il rilascio dei visti è affidato ad agenzie private, con costi elevati e procedure poco trasparenti. Molti lavoratori attendono mesi per ottenere il visto e, in alcuni casi, quando finalmente lo ricevono, il datore di lavoro ha già trovato un’alternativa. Ci sono poi il rischio di truffe e lo sfruttamento. Alcuni lavoratori pagano migliaia di euro a intermediari per ottenere un contratto di lavoro e un visto, ma una volta in Italia scoprono che il lavoro promesso non esiste.

Molti lavoratori, insomma, ottengono il nulla osta al lavoro, ma non riescono poi a conseguire il visto dalle rappresentanze diplomatiche nei Paesi d’origine. Nel 2024, solo 24.151 visti sono stati rilasciati su 83.570 nulla osta concessi (il 28,9%). Per il click day del dicembre 2023, il numero di visti concessi è stato 37.790 su 74.445 nulla osta (50,8%). Una volta ottenuto il visto, infatti, molti lavoratori incontrano difficoltà nel concludere il processo di assunzione e ottenere il permesso di soggiorno definitivo.

Coldiretti Toscana: nei campi mancano almeno 8mila lavoratori

Un esempio su tutti. Secondo Coldiretti Toscana, nei campi mancano almeno 8mila lavoratori e la burocrazia del click day non aiuta. Spesso i lavoratori arrivano in Italia dopo la fine della stagione agricola, rendendo inutile la loro assunzione. Inoltre, il sistema attuale non consente di gestire in modo flessibile i flussi di lavoratori stagionali, penalizzando le aziende agricole che devono pianificare con largo anticipo.

Le quote che vengono stabilite dal decreto flussi non sono inventate, sono concertate con le forze economiche di questo Paese. – ha detto Giulia Gori – Il fatto che solo pochi lavoratori riescano ad ottenere un permesso di soggiorno è un problema. Quest’anno, per la prima volta dopo decenni, c’è stato un importante calo delle domande presentate da parte dei datori di lavoro. Addirittura c’è stato un decremento del 76% rispetto agli anni precedenti. Il governo ha rivendicato anche con soddisfazione questo calo”.

La burocrazia impossibile e l’allarme truffe

Secondo la campagna, insomma, per l’esecutivo il calo è dovuto all’aumento dei controlli e delle indagini volte a smascherare le truffe. In realtà, stando a quando comunicato dalle associazioni, i pre-controlli previsti hanno subìto un corto circuito di responsabilità tra Ministero dell’Interno e Ispettorato del Lavoro. Dunque il decremento non sarebbe il frutto delle inchieste, bensì di una burocrazia divenuta impossibile.

La burocrazia impossibile e l’allarme truffe (CANVA FOTO) – Notizie.com

La procedura laboriosa – ha concluso Gori – ha semplicemente dissuaso molti datori di lavoro. Resta, insomma, il problema. Le quote per venire incontro al fabbisogno del nostro Paese non vengono soddisfatte e i pochi che utilizzano uno strumento legale per regolarizzare la propria posizione restano irregolari e senza diritti, privi di garanzie, ricattabili e precari”.

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Francesco Ferrigno