Ibrahim ha 27 anni e vive a Fes, in Marocco. È un tecnico informatico e un manutentore di reti, attualmente lavora nell’azienda del padre, proprio a Fes.
Il suo sogno, però, è quello di vivere e lavorare in Italia. Come tanti suoi connazionali. Proprio questo desiderio sta spingendo molti giovani marocchini a diventare prede di malviventi senza scrupoli. Ibrahim è stato truffato per ben due volte mentre cercava di ottenere un contratto di lavoro per trasferirsi in Italia.
“Il sogno dell’Europa è il sogno di ogni giovane africano. Studiavamo, ma non trovavamo lavoro e le opportunità erano scarse“, ci ha raccontato Ibrahim. Il giovane ha scritto alla redazione di Notizie.com a seguito della nostra inchiesta, pubblicata il 3 febbraio scorso, sull’ennesimo blitz antimafia contro un’organizzazione criminale che era riuscita ad infiltrarsi nelle procedure del click day e del decreto flussi, attraverso cui gli stranieri possono arrivare in Italia per firmare un contratto di lavoro.
“Ci ha detto che poteva aiutarci a trovare un contratto di lavoro in Italia”
Il sospetto è che anche Ibrahim sia rimasto vittima di una di queste associazioni. Un giorno, mentre si trovava in un caffè con un amico, un uomo seduto vicino a loro ha ascoltato la loro conversazione sul sogno di lavorare in Europa e si è intromesso. “Ci ha detto che poteva aiutarci a trovare un contratto di lavoro in Italia“, ha spiegato il 27enne. Presi dall’entusiasmo, i due giovani hanno accettato la proposta.
L’uomo ha chiesto una somma di denaro, da versare in due tranche: una subito e l’altra in un secondo momento. “Abbiamo accettato e fissato un giorno preciso per incontrarci“, ha proseguito Ibrahim. Il giorno stabilito, hanno consegnato il denaro e le copie dei loro passaporti. Da quel momento, è iniziata un’attesa fatta di promesse vaghe e continui rinvii. “Continuava a dirci: ‘Siate pazienti, siate pazienti, siate pazienti’. Poi ha cambiato numero di telefono ed è scomparso“, ha raccontato il giovane con amarezza.
Si tratta di un raggiro, come ci ha spiegato lo stesso Ibrahim, sin troppo comune. Molti marocchini, desiderosi di emigrare per trovare un impiego, sborsano ingenti somme di denaro per ottenere un contratto di lavoro, per poi scoprire di essere stati truffati. “I contratti di lavoro che cercavamo erano nel settore agricolo o edile, perché trovare lavoro nel mio campo di studi è difficile e raro“, ha spiegato Ibrahim.
Dopo la prima truffa, Ibrahim non si è arreso e ha cercato altre strade per poter accedere al decreto flussi, il programma italiano che regola l’ingresso di lavoratori stranieri. “In Italia devono iscriversi persone provenienti da Paesi ammessi dalla legge. Io non ho nessuno in Italia che mi registri, e chiunque abbia contatti o risieda in Italia mi chiederà dei soldi per questo servizio”, ha raccontato.
Anche questa volta, il sogno si è trasformato in un incubo
Così, ha deciso di cercare aiuto online: ”Ho trovato un marocchino residente in Italia che sembrava sincero e consapevole”. La promessa era chiara: in cambio di una somma di denaro, l’uomo si sarebbe occupato della registrazione di Ibrahim nel sistema italiano per i flussi migratori. Ma anche questa volta, il sogno si è trasformato in un incubo.
Dopo il pagamento, il presunto intermediario è sparito nel nulla. Solo successivamente, Ibrahim ha scoperto che la registrazione può essere effettuata solo di persona in Italia, attraverso il Ministero degli Interni e utilizzando le credenziali Spid. “Mi sono reso conto troppo tardi che era tutta una truffa”. I truffatori sfruttano la disperazione e la mancanza di informazioni dei giovani che sognano una vita migliore all’estero. “Se mai verrete qui, sarete i benvenuti. – ci ha salutato Ibrahim – Vi ospiterò a casa mia e nella mia città”.