“Il Festival di Sanremo 2025 ha visto dei passi avanti anche se non è un festival sostenibile, c’è spazio di lavoro. La parola a Claudio Bossi di Music Innovation Hub.
Nel 2025 il mondo sta vivendo delle rivoluzioni per rimediare alla superficialità che nel tempo ha portato a situazioni ambientali complicate. Per questo è interessante parlare anche in merito alla kermesse della musica italiana della sostenibilità degli eventi musicali. In Liguria ci sono anche i tipi di Music Innovation Hub che hanno parlato di come la situazione sia sempre più interessante da analizzare.
Claudio Bossi ha spiegato come funziona il progetto: “Music Innovation Hub è un animale economico un po’ strano. Siamo una società per azioni sotto forma di impresa sociale. Siamo un’impresa che non fa del profitto la sua ragione di esistere, ma che lo utilizza redistribuendolo ma con l’obiettivo di migliorare il mondo della musica attraverso il tema della sostenibilità e di utilizzare la musica come strumento sociale”.
Ma è davvero sostenibile l’evento? Bossi spiega: “Il Festival di Sanremo 2025 ha visto dei passi avanti anche se non è un festival sostenibile, c’è spazio di lavoro. Questo è l’evento più importante della musica italiana guardato da tutto il mondo, se potessimo innestare delle situazioni, dei progetti di sostenibilità su temi come trasporti, plastica ed energia. Il cammino è lungo, la volontà serve e credo che porterà a un valore aggiunto del Festival con persone interessate a questi temi”.
Festival di Sanremo 2025, il compito degli artisti e i nuovi progetti
Music Inovation Hub lavora con gli artisti musicali per avere l’opportunità di diffondere contenuti di sostenibilità, equità e giustizia attraverso la musica. “Devono essere attrattori e promotori del cambiamento sociale. I live devono essere più sostenibili, stiamo lavorando con Elisa per San Siro a giugno e non è solo una sostenibilità dettata dall’energia, ma anche per il movimento delle persone che arrivano e sul trasporto”, aggiunge Claudio Bossi.
Presente anche Chicca Ricchio che approfondisce anche il discorso legato a Future Heroes: “È un progetto fondamentale per farci conoscere dal pubblico più giovane. Il Festival per me è stato casa per tanto tempo, sono una discografica. Future Heroes è il progetto che coinvolge una parte importante di giovani, ma la cosa fondamentale è che lavoriamo con giovani e imprese utilizzando la musica come linguaggio”.
Il tutto parte dalla volontà di mettere al centro anche i giovani e di dare loro la possibilità di confrontarsi con il mondo del lavoro. “Abbiamo creato una talent factory di 20 ragazzi di Brescia e zone limitrofe, che hanno finito il percorso universitario di indirizzi diversi e attraverso il linguaggio della musica abbiamo creato una joint venture con l’azienda per creare contenuti col linguaggio dei giovani e non solo con l’interesse di promuovere. Siamo andati oltre”, conclude.