Pensioni, debutta finalmente Quota 89? Cosa c’è di vero

Si sta parlando, in queste settimane, dell’introduzione di una nuova forma di pensionamento, ribattezzata Quota 89: tutti i dettagli.

Per diverse settimane, uno degli argomenti centrali del dibattito politico, e non solo, sono state le pensioni, considerate le varie decisioni inserite nel testo della Legge di Bilancio 2025, approvata dal Governo e già in vigore dallo scorso 1° gennaio.

Pensionato
Pensioni, debutta finalmente Quota 89? Cosa c’è di vero (Notizie.com)

Nella Manovra ha trovato spazio anche la proroga di alcune forme di pensionamento anticipato, come Opzione Donna, Quota 103 e Ape Sociale. Si è parlato molto anche del possibile debutto di una nuova modalità di pensionamento flessibile: Quota 89. In realtà, non si tratta di una vera e propria forma di uscita anticipata dal lavoro, ma di un nome attribuito ad una modalità già esistente che ha subito, però, delle modifiche attraverso la Legge di Bilancio.

Quota 89, tutto quello che c’è da sapere sul punto: i dettagli

Si continua a parlare dell’arrivo di una nuova forma di pensionamento anticipato, ossia Quota 89. In realtà, come abbiamo già precisato, la Legge di Bilancio 2025 non ha introdotto nuove forme di uscita anticipata dal lavoro, ma confermato quelle già in vigore in precedenza, alcune delle quali con delle modifiche.

Pensione
Quota 89, tutto quello che c’è da sapere sul punto: i dettagli (Notizie.com)

Quella che è stata ribattezzata come Quota 89 non è altro che la pensione anticipata contributiva, riservata ai lavoratori che hanno compiuto 64 anni di età e maturato contributi, a partire dal 1° gennaio 1996, raggiungendo un’anzianità contributiva di almeno 25 anni. Si è arrivati a Quota 89 semplicemente sommando i requisiti anagrafici e contributivi previsti per la misura. Non si tratta, dunque, di una nuova forma di pensionamento anticipato.

Ai due appena descritti si aggiunge anche un requisito economico per accedere alla pensione anticipata contributiva, che consente di lasciare l’impiego con 3 anni d’anticipo rispetto ai requisiti per la pensione di vecchiaia. Nel dettaglio, il richiedente deve aver maturato un assegno di importo almeno pari a tre volte del valore dell’Assegno Sociale, dunque, circa 1.615 euro. Tale requisito scende a 2,8 volte dell’Assegno Sociale per le lavoratrici con un figlio e a 2,6 volte per le lavoratrici madri di due o più figli.

La forma di pensionamento anticipata è stata modificata attraverso la Manovra 2025. In particolare, è stato stabilito che agli importi previsti per il requisito economico è possibile arrivare anche sommando il rendimento di un fondo pensione. Inoltre, il Governo ha deciso di alzare il requisito contributivo salito dai 20 anni previsti per lo scorso anno ai 25 del 2025 che diventeranno 30 dal 2030, quando salirà anche il requisito economico: sarà necessario aver maturato un importo di pensione pari ad almeno 3,2 volte l’Assegno sociale.

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