In queste ore si sta parlando del rigetto della proposta di abolire l’ora legale e si torna a sottolineare i possibili rischi.
La notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo saremo costretti a mettere l’orologio un’ora avanti che ci “ruberà” un’ora di sonno ma ci regalerà giornate più lunghe in vista dell’arrivo della bella stagione. Il professore Giovannino Rocchi, direttore dell’Istituto italiano di Roncologia, ha parlato a Notizie.com svelando come il problema da fronteggiare sia un altro in questo periodo storico.
“Ci troviamo di fronte a un pelo rispetto all’Everest di una popolazione che ha massacrato il concetto di sonno. Intanto il numero di ore si è ridotto drasticamente nel corso del tempo, rispetto all’inizio del secolo scorso dormiamo due ore in meno al giorno. Anche l’orario in cui andiamo a dormire è cambiato“, spiega lo specialista.
Rocchi specifica quelle che sono le giuste norme per un sonno corretto e gli errori a cui ci sta portando la società moderna: “A parte chi è obbligato a farlo per lavoro, la norma ci dice che si va a dormire attorno alle 23, quando un tempo la televisione finiva con le trasmissioni, ora prima di mezzanotte/l’una la gente non va e poi deve andare a lavorare il giorno dopo, dormendo cinque ore invece delle canoniche sette/otto”.
Ma su cosa si basano le preoccupazioni per la nostra salute legate all’ora legale? Rocchi spiega in maniera chiara: “In questo marasma attuale parliamo sempre del fatto che nel momento in cui mettiamo l’ora legale dormiremo un’ora in meno. Un po’ l’organismo si dovrà riabituare, ma grandi problemi non ci sono”.
Non dobbiamo dunque preoccuparci per il nostro fisico, anche se è normale che subiremo una piccola scossa. “Questa famosa ora verrà recuperata quando ripasseremo all’ora legale, questo è un non-problema. Senza un problema reale, che invece c’è sul sonno in questo momento, si potrebbe discutere di questa situazione. L’organismo in pochi giorni si resetta tranquillamente, come quando andiamo in aereo in America, c’è un piccolo risentimento dell’organismo ma poi tutto viene rimesso in riga. Il problema vero è che la gente dorme di meno e lo massacra”, aggiunge.
In molti sono convinti che alla fine sia importante dormire 7-8 ore al giorno e non quando farlo, questo è in realtà un concetto totalmente errato. Rocchi conclude: “Non è la stessa cosa andare a dormire alle 23 e svegliarsi alle 7 o andare a letto all’1 e risvegliarsi alle 10. Abbiamo un ritmo circadiano con degli ormoni che hanno il loro ritmo, indipendentemente da quello che noi vorremmo fare. Quando arriva il tramonto aumenta la melatonina che predispone al sonno, questa alle tre di notte inizia a scendere e aumenta il cortisolo che ci predispone a svegliarci per la giornata. Il corpo non si può allenare, il ritmo circadiano è quello e rimarrà quello”.