Migranti portati in Italia, il caso della nave ong fermata a Crotone: “Gravi violazioni, ricorreremo alla Corte costituzionale”

Il Tribunale di Crotone in queste ore ha rigettato un ricorso presentato dalla ong tedesca Sos Humanity. L’intercettazione da parte della guardia costiera libica era legittima.

Humanity 1 nave ong migranti
Migranti portati in Italia, il caso della nave ong fermata a Crotone: “Gravi violazioni, ricorreremo alla Corte costituzionale” (SOS HUMANITY FOTO) – Notizie.com

Il caso risale al 2 dicembre 2023, quando la nave di salvataggio nel mar Mediterraneo Humanity 1 è stata fermata dalle autorità italiane a Crotone, in Calabria. I legali dell’organizzazione sono già pronti all’appello e a ricorrere alla Corte costituzionale.

Dobbiamo fare un passo indietro per comprendere l’importanza del caso che potrebbe costituire, qualora un nuovo grado di giudizio dovesse ammettere il ricorso, un importantissimo precedente. Specie per il momento storico vissuto dalla politica italiana. La sera del 2 dicembre 2023, insomma, Humanity 1 viene fermata a Crotone, nel sud Italia, dopo aver sbarcato 200 persone salvate in mare. Viene applicata la legge 15 del 2023. Questa prevede sanzioni fino a 50mila euro ed il fermo amministrativo per le navi che non rispettano norme sempre più stringenti.

Poche ore prima, secondo i racconti fornita dalla ong, i membri dell’equipaggio erano riusciti a salvare decine di persone che erano rimaste in acqua a seguito di un cosiddetto pull-back della guardia costiera libica. Quest’ultima, insomma, dopo aver intercettato un gommone e riportato indietro in Libia i migranti, ne avrebbe lasciato in acqua numerosi altri. Tra le onde, senza giubbotti di salvataggio o altre attrezzature. Tra le motivazioni del fermo, invece, il fatto che Humanity 1 non solo non si sarebbe coordinata con i libici, ma è ritenuta anche responsabile delle persone che hanno cercato di fuggire dalla guardia costiera libica e che si sono gettate in acqua.

Sono scioccato dalle bugie. – aveva spiegato Joachim, capitano di Humanity 1 – Non ho ricevuto alcuna istruzione dalla motovedetta libica. Al contrario, ho provato a contattare sia il centro di coordinamento dei soccorsi libico via e-mail e telefono, sia la motovedetta libica via radio, senza ricevere risposta. Siamo stati informati via radio 20 minuti prima del nostro arrivo che c’erano più di 40 persone in acqua”. La nave si sarebbe trovata a 5 chilometri di distanza al momento del pull-back. Dunque per i migranti sarebbe stato impossibile scorgerla quando si sono gettati in mare.

Una volta a Crotone, comunque, Humanity 1 è stata fermata per 20 giorni ed è stata comminata una multa da oltre 3mila euro. I giudici di Crotone hanno rigettato l’appello della ong “in netta contraddizione con le precedenti decisioni dei Tribunali, nonché con le prove di crimini contro l’umanità contro migranti e rifugiati in Libia commessi dagli stessi libici presentate dalle Nazioni unite. Sos Humanity ricorrerà quindi in appello contro la decisione ed ha già presentato un intervento presso la Corte costituzionale italiana nell’ottobre 2024”.

Cecchini (Sos Humanity): “La cosiddetta guardia costiera libica non può essere considerata un attore legittimo”

Il caso di Crotone potrebbe costituire un precedente importante sia per l’Italia sia per le ong impegnate in mare. Bisogna ricordare che il 13 dicembre scorso Medici Senza Frontiere (Msf) ha comunicato la sospensione delle operazioni di salvataggio della sua nave Geo Barents. Negli ultimi 2 anni la nave ha subito 4 sanzioni da parte delle autorità italiane ed è rimasta ferma per un totale di 160 giorni.

La guardia costiera libica
Cecchini (Sos Humanity): “La cosiddetta guardia costiera libica non può essere considerata un attore legittimo” (SOS HUMANITY FOTO) – Notizie.com

Il fermo delle navi di soccorso non governative – ha affermato Cristina Laura Cecchini, avvocata di Sos Humanity – da parte delle autorità italiane costituisce una grave violazione del diritto europeo e internazionale, evidenziata dal fatto che la base giuridica di questa pratica è attualmente contestata presso la Corte Costituzionale Italiana. Il giudice di Crotone non riconosce un fatto significativo che diverse sentenze e istituzioni internazionali hanno evidenziato. La cosiddetta guardia costiera libica non può essere considerata un attore legittimo di ricerca e soccorso. Pertanto, Sos Humanity ricorrerà in appello contro questa decisione”.

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