“Non si dorme, non è facile stare fuori. Fa freddo di notte, anche in macchina non è semplice”. “Non sto più bene, ho paura”.
I cittadini di Pozzuoli sono allo stremo. Il fenomeno del bradisismo che ormai da molti mesi ha investito l’area flegrea sta provocando in queste ore un nuovo sciame sismico. Terremoti a qualsiasi ora del giorno e della notte.
L’ultima scossa registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) risale a questa mattina, martedì 18 febbraio, alle ore 10 e 28. Magnitudo 2.2. Dal 27 gennaio al 16 febbraio in totale la terra ha tremato 524 volte secondo i dati disponibili sul sito dell’Ingv. Non tutte le scosse sono state percepite perché la maggior parte di esse ha avuto magnitudo molto bassa, ma l’attenzione è alta in tutta la zona.
Dal 10 al 16 febbraio l’Ingv ha registrato ben 5 sciami sismici, l’ultimo è quello in corso in queste ore, che va avanti da tre giorni: 556 terremoti di magnitudo da 0.0 a 2.3. La popolazione è preoccupata, ma molti cittadini non hanno intenzione di lasciare la propria terra. “Non ci penso proprio ad andarmene”, ci dice qualcuno. Ma la situazione non è per niente semplice.
Nel mese di gennaio di quest’anno sono stati registrati 319 terremoti con una magnitudo massima di 3. Di questi, 287 hanno avuto potenza minore di 1, 26 eventi con potenza tra 1.0 e 1.9. 5 invece, di potenza tra 2.0 e 2.9. Un solo evento ha avuto una magnitudo tra i 3.0 e i 3.9. I Comuni maggiormente interessati (con 236 eventi) sono Pozzuoli, Agnano, l’area Solfatara-Pisciarelli, Bagnoli e il Golfo di Pozzuoli.
Tutte le scosse registrate hanno avuto basse profondità di massimo 3-4 chilometri. Per questa ragione, ovvero la bassa profondità, sono più sentite dai cittadini. Con le scosse aumenta anche l’innalzamento del terreno, che da agosto 2024 a gennaio è stato di circa 10 millimetri. Sotto accusa ci sono le istituzioni e i media. Le prime sono giudicate “inette difronte ad una situazione del genere”. I giornali, invece “ci hanno preso in giro, ci hanno sbattuto sui social”.
La questione l’ha racchiusa in poche parole Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore Ingv. “È stato fatto l’errore fondamentale di fare intendere alle comunità locali che si conoscesse il fenomeno e che lo si sapesse gestire. – ci ha spiegato l’esperto – Ovvero che il sistema di monitoraggio fosse in grado di garantire la sicurezza. È un po’ come avere un termometro, che però serve a misurare, non a guarire. Se avessimo almeno delle soglie critiche sarebbe utile, come in meteorologia. Ma il bradisismo è fondamentalmente imprevedibile, è un sistema complesso e non abbiamo esperienza. Non conosciamo le dinamiche. La popolazione è arrabbiata perché per anni è stata rassicurata. Ma il sistema di monitoraggio non ci consentirà né di prevedere l’eruzione né di gestire il bradisismo”.
E poi: “Anche i media hanno sbagliato. Hanno chiesto informazioni sul rischio all’Ingv o ai sindaci. Ma l’unico responsabile del rischio è l’autorità di protezione civile nazionale. I primi soggetti devono solo fornire dati alla Commissione grandi rischi, che è costituita per mettere assieme tutte le competenze per la valutazione di quanto potrebbe essere rischiosa l’escalation degli eventi. Nessuno può garantire niente, è tutto imprevedibile. Si è data un’idea falsata. Le azioni di governo sono state corrette, a mio avviso. L’esecutivo si è assunto la responsabilità di elevare o meno il livello di allerta. Ma è la comunicazione locale che è stata inadeguata”.
Fabio Ciciliano, capo nazionale della protezione civile, è giunto in serata alla sede della protezione civile a Monteruscello per l’incontro con i cittadini sull’emergenza sismica nei Campi Flegrei. “In questo momento non c’è pericolo che il magma stia risalendo, è di tutta evidenza però che queste scosse sono indice di una attività geotermica. – ha detto Ciciliano – I gas che vengono analizzati quotidianamente dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia non mostrano al momento nessun tipo di varianza che possa far pensare a una accelerazione del fenomeno”.
“Se qualcuno vuole evitare di sentire le scosse semplicemente deve andare via da questa zona. Passare all’arancione – ha concluso il capo della protezione civile – è nelle prerogative della Commissione grandi rischi, ma penso che in questo momento non ci sia nessun tipo di indicazione o indice che possa far passare all’arancione“.