“Un dittatore” e “un comico di modesto successo”. Un comico che inspiegabilmente ha convinto gli Stati Uniti a spendere 350 miliardi di dollari in una guerra che non era possibile vincere.
È la linea, tutta nuova o quasi, del presidente statunitense Donald Trump sulla guerra in Ucraina. Una strategia, fatta di parole durissime e attacchi al vetriolo contro il presidente ucraino Volodomyr Zelensky, all’indomani del vertice di Ryad, in Arabia Saudita.
Il tutto, a poco più di 24 ore dall’incontro tra il segretario di Stato americano Marco Rubio e il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Il tutto, in preparazione del tavolo per la pace e per la fine della guerra in Ucraina che vedrà presto, molto probabilmente entro la fine di febbraio, il faccia a faccia tra lo stesso Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Una linea durissima diametralmente opposta a quella del predecessore del tycoon Joe Biden.
Il tycoon: “Zelensky ha convinto gli Usa a spendere 350 miliardi di dollari”
“Pensateci. – ha scritto Trump – Un comico moderatamente di successo, Volodymyr Zelensky, ha convinto gli Stati Uniti d’America a spendere 350 miliardi di dollari per entrare in una guerra che non poteva essere vinta, che non doveva mai iniziare. Ma che lui, senza gli Stati Uniti e Trump, non sarà mai in grado di risolvere. Zelensky ammette che metà del denaro che gli abbiamo inviato è sparito. Si rifiuta di tenere elezioni, è molto basso nei sondaggi in Ucraina“.
Il presidente americano ha confermato di stare “negoziando con successo la fine della guerra con la Russia. Qualcosa che tutti ammettono ma che solo Trump e l’amministrazione Trump possono fare. Biden non ci ha mai provato, l’Europa ha fallito nel portare la pace, e Zelensky probabilmente vuole mantenere in vita il carrozzone di soldi. Amo l’Ucraina, ma Zelensky ha fatto un pessimo lavoro, il suo Paese è in rovina e milioni di persone sono morte inutilmente“.
Zelensky, dal canto suo, ha replicato solo che Trump “vive in una bolla di disinformazione russa“. Il predente proprio oggi ha ricevuto un imbarazzato Keith Kellogg, l’inviato Usa per il conflitto russo-ucraino. A ribadire la nuova linea americana è poi stato il vicepresidente Jd Vance: denigrare Trump in pubblico si ritorcerebbe contro Zelensky. Il tycoon si è nettamente distaccato dall’Europa, nemmeno invitata al primo incontro tra Rubio e Lavrov, e si è connesso direttamente con Mosca.
Un’Europa sempre più debole ed incapace al momento di stare dietro a Trump. Oggi l’unico a provarci è stato il presidente francese Emmanuel Macron, con il “secondo tempo” del vertice di due giorni fa. Oggi Macron ha riunito in videoconferenza 19 capi di stato e di governo di Paesi membri dell’Ue o della Nato (Norvegia, Canada, Islanda). “La posizione della Francia e dei suoi partner è chiara e unita. Vogliamo una pace duratura e solida in Ucraina“, ha ribadito il presidente francese.
Gli europarlamentari: “L’Ue e i suoi Stati membri non possono purtroppo più contare sugli Stati Uniti”
Sempre oggi la Commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo (Afet) ha diffuso una dichiarazione secondo cui “l’architettura di sicurezza dell’Europa non può essere discussa senza il coinvolgimento attivo dell’Ue e dei suoi stati membri. Il sostegno finanziario fornito dall’Ue e dai suoi Stati membri all’Ucraina supera quello di qualsiasi altro Paese. Riflettendo l’impareggiabile impegno dell’Unione per la difesa e la resilienza dell’Ucraina e, di conseguenza, per la sicurezza dell’Europa“.
“Gli ultimi sviluppi politici – hanno fatto sapere gli europarlamentari – mostrano chiaramente che l’Ue e i suoi Stati membri non possono purtroppo più contare completamente sul governo degli Stati Uniti per difendere i propri valori e interessi, ma devono prendere in mano la propria difesa e sicurezza. Ciò richiede misure urgenti per aumentare e semplificare la spesa e la preparazione militare. Se necessario, tutte le soluzioni disponibili nella cassetta degli attrezzi dell’Ue, comprese quelle applicabili a circostanze eccezionali, devono essere impiegate per migliorare le capacità di deterrenza e l’autonomia strategica dell’Ue“.
Vladimir Putin: “L’Ucraina ha avuto una reazione di isteria dopo l’Arabia Saudita”
Trump, probabilmente in maniera scientifica, ha parlato di un’Europa che ha fallito e di una guerra impossibile da vincere. Il punto, però, ed è bene ricordarlo, non era e non è la guerra da vincere o meno. Bensì il diritto dell’Ucraina di difendersi dall’aggressione russa. Mai, fino a poche settimane fa, l’Europa avrebbe immaginato di trovarsi di fronte ad una situazione simile. In un contesto su scala globale che vede il vecchio continente perdente sotto tutti i punti di vista.
Non a caso Trump ha sottolineato anche un altro aspetto, ovvero quello delle elezioni necessarie in Ucraina, fino a questo momento rimandate proprio per la guerra in corso. Infine, c’è Putin. Ovvero colui che quasi 3 anni fa ha ordinato l’aggressione dell’Ucraina. E che oggi ha dichiarato: “L’Ucraina ha avuto una reazione di isteria sull’incontro fra negoziatori americani e russi in Arabia Saudita tenutosi ieri in Arabia Saudita, perché nessuno vuole escluderla“.