Germania, vince Cdu-Csu ma “l’instabilità politica è ancora all’ordine del giorno”. Il test definitivo per i partiti tradizionali

La coalizione Cdu-Csu vince le elezioni in Germania, ma la stabilità del governo è ancora lontana. “Se il Bundestag durerà 5 anni? Non ci scommetterei”. L’analisi del voto. 

Merz
Germania, vince Cdu-Csu ma “l’instabilità politica è ancora all’ordine del giorno”. Il test definitivo per i partiti tradizionali (Ansa Foto) – notizie.com

Alle urne vince la coalizione formata da Cdu-Csu con il il 28,6% dei voti, ma l’Afd da solo porta a casa il 20,8% delle preferenze. Il leader di Cdu Friedrich Merz ha escluso un’alleanza per formare prossimo governo con l’ultradestra. La politica tedesca è ancora in bilico?

Non scommetterei nella stabilità del Bundestag per quattro anni”. A parlare ai nostri microfoni è Luca Verzichelli, politologo e presidente della Società italiana Scienze politiche. “Non scommetterei nemmeno su un governo che si formerà così facilmente, anche se la non entrata di alcuni ha tranquillizzato l’anima dei sostenitori dei partiti tradizionali”. 

In Germania l’instabilità politica resta “all’ordine del giorno, perché anche un governo più semplice nella struttura con Cdu-Csu, deve comunque dar conto di una campagna elettorale molto dura contro Scholz e di una differenza molto netta con Afd. Non la vedo facile”, dichiara il professore di Scienze Politiche dell’Università di Siena.

Il prossimo governo è il test definitivo dei partiti prima di dare la Germania all’ultradestra

Tuttavia, c’è una soluzione: lasciare lontana dal governo la sinistra radicale, vicina, per certi temi come l’immigrazione, più ad Afd. In questo modo in “Parlamento ci sarebbe una maggioranza ancora netta sui temi Europa e immigrazione. Liberali, Verdi e socialisti possono dare una mano al governo. Questo non porterà alla stabilità, ma sicuramente invertirà una rotta di mancate decisioni che insieme alla componente economica hanno creato molta sfiducia in questi mesi”. 

Un’ultima possibilità dunque, per i partiti tradizionali, per invertire la recessione economica. “Un test definitivo”, prima di consegnare la Germania definitivamente all’ultradestra.

Alle elezioni in Germania ha votato l’84% degli aventi diritto: il dato sull’affluenza più alto dall’unificazione. Un dato certamente positivo, ma cosa ha spinto i tedeschi alle urne? “La polarizzazione genera partecipazione”, commenta Verzichelli. “Questo tipo di partecipazione induce a un comportamento molto diverso. Guardando la cartina elettorale di oggi della Germania, è evidente dalla differenza del voto. Ad Ovest c’è un forte riellineamento con il partito che più di tutti rappresenta la continuità, la Cdu. A Est invece, i cittadini vengono “spinti” alle urne da forze che contestano la democrazia tedesca per com’è stata concepita fino a oggi”. 

Il politologo Luca Verzichelli
Il prossimo governo è il test definitivo dei partiti prima di dare la Germania all’ultradestra Foto Social) – notizie.com

L’avanzata dell’ultradestra di Afd sintonizza la Germania sulla stessa frequenza delle altre democrazie. “La società si sta polarizzando tra chi ritiene che valga la pena continuare a pensare alla stabilità e altri anti-sistema che sostanzialmente contestano con gradi diversi l’insieme delle istituzioni”. 

Ma dov’erano prima in Germania tutti i cittadini che oggi hanno votato l’ultradestra? “Lì i partiti rivoluzionari di sinistra e neonazisti sono vietati e banditi. Alcuni valori di iper-nazionalismo e “attenzione” alla razza tedesca, ci sono sempre stati. In qualche maniera albergavano anche nei partiti tradizionali – spiega il politologo a Notizie.com – Questi valori sono presenti in una fascia più ampia della popolazione”.

E dominati da stati particolari come la paura. “In questo momento la globalizzazione economica, dopo averci fatto vedere solo cose belle, ha cominciato a mostrarci effetti molto drammatici. La paura è stata la fine della solidarietà e l’inizio dell’egoismo”. 

A cosa è dovuto il crollo di Afd

Un altro dato significativo delle elezioni in Germania è il calo dei consensi nei confronti di Spd, partito di Olaf Scholz, che ha ottenuto il 16.4% delle preferenze alle urne. Un crollo dovuto, secondo Verzichelli, a due motivi.

Uno è più naturale: è difficile governare “non avendo grandi leve e risorse decisionali”. Anche se questo non giustifica del tutto il calo delle preferenze: “In questi anni ci sono stati crolli di partiti di governo mainstream, ma non così evidenti. Penso al Pd italiano, che è comunque rimasto il primo all’opposizione, oppure a Macron”. Il secondo motivo è invece legato alla crisi della socialdemocrazia in generale.

Olaf Scholz durante un comizio elettorale in Germania
A cosa è dovuto il crollo di Spd (Ansa Foto) – notizie.com

Cosa succederà invece, in Europa con una Germania a trazione centrodestra? “Non ci saranno grosse differenze”, ritiene Luca Verzichelli. “La posizione del futuro cancelliere Merz è tradizionale: disallineamento al trumpismo e coerenza nella posizione sul fronte russo-ucraino”. 

Il ruolo dell’Italia

La Germania dunque, siederà ancora al suo posto proprio come in queste ore al fianco di Kiev, ma con un occhio rivolto a trovare soluzioni. “Hanno sempre cercato di anticipare gli altri Paesi europei per la propria dipendenza rispetto al gas russo”. 

Tuttavia da questo dipenderà anche la posizione dell’Italia: “Se ci sarà una comunione di intenti tra tutti, l’Europa tradizionale potrà andare avanti. Se invece per divisioni politiche o convenienze nazionali, essa non venisse ricercata, saremo divisi. Questo porterebbe conseguenze negative all’Italia ma alla fine potrebbe segnare anche la sorte della Germania, che oggi conta molto meno senza il resto dell’Europa”. 

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