Tre anni di guerra, l’Ucraina è in ginocchio, costretta a “ripagare” l’aiuto degli Usa con le sue terre rare. Ma “la vera sconfitta è l’Europa”.
L’Ucraina è ridotta in macerie dopo aver combattuto la sua guerra difensiva per tre anni, dal 24 febbraio 2022 ad oggi. Finora ha potuto contare sul sostegno economico e militare dell’Europa e degli Usa, ma con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca tutto è cambiato.
Il tycoon non ha più intenzione di inviare aiuti a Kiev e il suo unico obiettivo è porre fine alla guerra perché non è economicamente conveniente per gli Usa. Ha avviato i colloqui di pace con il capo del Cremlino Vladimir Putin e soprattutto escluso del tutto l’Ucraina e l’Europa.
Trump ha incontrato il presidente russo a Riad mentre dieci Paesi europei si riunivano a Parigi per un incontro informale su come condurre i negoziati di pace. Un incontro che però è finito con un nulla di fatto e Kiev continua ad essere esclusa dalle decisioni.
Il ricatto di Trump a Zelensky sulle terre rare
Il presidente Volodymy Zelensky sarà costretto a firmare l’accordo delle terre rare e a cedere le risorse minerarie: l’unica ricchezza che resta all’Ucraina. “Questa storia è semplice: Trump è convinto che l’Ucraina abbia centinaia di migliaia di debiti con gli Usa. E considera le terre rare come un pagamento che Kiev deve agli Stati Uniti. Zelensky ha provato a fare un po’ di resistenza, ma è durata poco: l’accordo verrà chiuso questa settimana”. A parlare con Notizie.com è Matteo Giusti, giornalista di Limes.
L’Ucraina non ha più l’aiuto degli Usa e ormai anche quello dell’Europa barcolla, perché i Paesi convinti di aiutarla diventano sempre meno. Pochi Stati sono intenzionati ad inviare truppe per permettere a Kiev di difendersi, nemmeno nell’azione di paecekeeping. “Trump e la Nato non manderanno soldati e le Nazioni Unite hanno grossi problemi. Una compagine europea non basterà: Zelensky ha chiesto 500mila uomini a presidio del Paese e l’Europa a stento ne mette insieme 60mila”, spiega ai nostri microfoni.
“Quando Trump ha detto che avrebbe chiuso la guerra non l’ha fatto per propaganda. Pensava davvero di farlo con la resa dell’Ucraina“. È impossibile per Kiev anche l’ingresso nella Nato, nonostante Zelensky abbia dichiarato di essere disposto a dimettersi pur di permettere al suo Paese di entrare nel Patto Atlantico.
Insomma: l’Ucraina sembra ormai aver perso la sua guerra difensiva. Ma la vera sconfitta è l’Europa, “che ha fatto una figura allucinante – commenta Giusti ai nostri microfoni – Si sono riuniti a Parigi per fare un vertice senza Ucraina, senza Russia, senza Usa, mentre a Riad Putin e Trump decidevano tutto. L’Europa è la vera sconfitta: non dimentichiamo che questa guerra si combatte qui”.
L’occasione persa dell’Europa
Mentre gli Usa porteranno a casa le terre rare, “Bruxelles ha perso un’altra occasione per mostrarsi un’unica entità. Non ha avuto una politica estera comune, ogni Paese decide per sé”.
Sembra lontano, ad oggi, anche l’ingresso dell’Ucraina in Europa: “Non rispetta nessun parametro, è distrutta. Il Donbass e la Crimea sono sotto il controllo russo. Tutto quello che le restava erano i minerali”.
Alla fine Putin ha vinto la sua guerra: “Ha ottenuto il Donbass – conclude Giusti – L’Ucraina non entrerà nella Nato, le sanzioni non l’hanno strangolato. Da che nessuno voleva parlare con la Russia, si è ritrovato a Riad a parlare con gli Usa: è anche tornato ad essere un grande interlocutore. Alla fine Putin agli occhi del popolo esce ancora in sella, con gli Stati Uniti che lo considerano un interlocutore alla pari”